Finanza Notizie Italia Emergenza coronavirus Italia: governo stanzia 7,5 miliardi, Gualtieri invia a Ue lettera con richiesta scostamento deficit

Emergenza coronavirus Italia: governo stanzia 7,5 miliardi, Gualtieri invia a Ue lettera con richiesta scostamento deficit

6 Marzo 2020 09:36

E ora il governo chiede uno scostamento di 6,35 miliardi in termini di indebitamento che diventano 7,5 miliardi di risorse in termini di saldo netto. Il governo Conte bis ha deciso di stanziare, infatti, 7,5 miliardi per finanziare le misure straordinarie ritenute necessarie per combattere l’emergenza del coronavirus e il ministro dell’economia Roberto Gualtieri ha già scritto una lettera al vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis e al Commissario Ue agli Affari economici, Paolo Gentiloni. Lettera in cui chiede praticamente più flessibilità all’Ue, attraverso l’ok allo scostamento che si è venuto a creare tra il deficit-Pil inizialmente previsto e quello aggiornato con le misure straordinarie che sono state varate con il decreto.

“La previsione di deficit per il 2020 salirà al 2,5% del Pil”, ha detto il ministro, in conferenza stampa con il premier Giuseppe Conte, precisando che la richiesta alle autorità europee è di fare più deficit di 0,3 punti percentuali, il 2,5% del Pil per l’appunto, rispetto al 2,2% stimato in precedenza.

“La lettera all’Unione europea con la richiesta di scostamento di 0,35 punti di pil è già partita”, ha informato il titolare del Tesoro, precisando che e “non esiste alcun problema di sostenibilità di queste misure”.

Gualtieri ha ricordato che “l’impegno che abbiamo assunto nella relazione di settembre al Parlamento e nel documento programmatico di bilancio 2020 è stato quello di consentire al massimo un deterioramento dello 0,1% del Pil del saldo del bilancio strutturale per quest’anno. Ribadiamo questo impegno, chiedendo allo stesso tempo al Parlamento e alla Commissione europea di considerare il pacchetto di emergenza, che è pari a uno 0,3% del Pil, come una voce di bilancio una tantum che non si ripresenterà una volta che l’Italia supererà l’epidemia e le sue ricadute economiche, e non dovrebbe quindi essere computato nei calcoli del saldo strutturale”.

IL CONTENUTO DELLA LETTERA SU SCOSTAMENTO DEFICIT

Nella lettera in cui chiede l’ok della Commissione allo scostamento del deficit-Pil, il ministro ha scritto che il pacchetto di misure economiche “vale 6,3 miliardi in termini di impatto sul deficit pubblico”.

A settembre “il parlamento ha autorizzato un disavanzo pubblico del 2,2% del Pil nel 2020. Se il parlamento approverà la spesa aggiuntiva, la proiezione del deficit per il 2020 salirà al 2,5% del Pil“.

La ricaduta economica dell’emergenza coronavirus “sarà ampia e non possiamo prevederne con precisione la sua durata in questa fase – si legge ancora nella missiva che Gualtieri ha inviato all’Ue -Alcune nazioni hanno annunciato restrizioni sui viaggi verso l’Italia. Un certo numero di settori della nostra economia, come trasporti, hotel, servizi turistici, spettacolo, attività culturali e fiere ne soffriranno. La nuova fase dell’emergenza coronavirus aggraverà gli effetti negativi sulla nostra industria manifatturiera del calo del commercio internazionale con la Cina e paesi terzi”.

“Alla luce di questa grave situazione – ha scritto il ministro nella missiva alla Commissione europea – abbiamo deciso di approvare un pacchetto di misure di sostegno per l’economia. Il pacchetto consiste principalmente in un aumento delle risorse per il fondo di integrazione salariale e per l’assistenza finanziaria ai settori e alle imprese più colpiti, anche attraverso il rinvio di alcuni pagamenti fiscali e previdenziali e la fornitura di garanzie statali per assicurare il credito”.

“Inoltre forniremo risorse extra per il sistema sanitario pubblico, la protezione civile e le forze di sicurezza, in modo che possano, rispettivamente, fornire assistenza alle persone colpite dalla malattia e applicare politiche di prevenzione”.

Non è certo questo il momento, ha puntualizzato Gualtieri, di aumentare le tasse a carico degli italiani.

“Siamo convinti che l’aumento del carico fiscale per coprire i costi del pacchetto di emergenza” legato al coronavirus “in questa fase potrebbe aggravare i rischi al ribasso per l’economia italiana e danneggiare la fiducia in un momento molto delicato”.

Detto questo, “l’Italia riprenderà con fermezza la sua strategia di riduzione del debito non appena le condizioni torneranno alla normalità”, ha concluso.

Il decreto da 7,5 miliardi sarà pronto la prossima settimana. Il ministro ha annunciato che nel decreto ci sarà anche una “misura per sostenere una moratoria dei crediti alle imprese da parte del sistema bancario”.

“Lavoreremo nei prossimi giorni, sulla base delle indicazioni emerse nel confronto con le Regioni, le parti sociali, le categorie economiche e le indicazioni dei partiti di maggioranza e opposizione lavoreremo per precisare e definire il contorno delle misure e averle pronte la prossima settimana quando il Parlamento avrà autorizzato lo scostamento così che il decreto sarà operativo immediatamente”.

Intanto la conferenza dei Capigruppo di Montecitorio ha stabilito che mercoledì 11 marzo, le Aule della Camera (a partire dalle 11.30) e del Senato (a partire dalle 9.30) esamineranno l’autorizzazione allo scostamento di bilancio propedeutica al varo del decreto legge con le misure economiche per fronteggiare l’emergenza Coronavirus.

Il governo Conte si rende perfettamente conto, comunque, del fatto che il decreto non sarà certo sufficiente a risolvere l’emergenza.

L’ideale, sottolinea il ministro Gualtieri, sarebbe disporre di un’azione coordinata dell’Europa intera:

“Sappiamo che anche questo secondo decreto non esaurisce gli interventi necessari a sostenere l’economia, ma il governo è a lavoro per accelerare lo sblocco degli investimenti e sul sostegno alla crescita, così come sul fronte internazionale per definire una risposta concertata e coordinata a livello europeo che usi la leva, lo stimolo del bilancio fiscale per rispondere in modo adeguato alle esigenze economiche dell’emergenza”.