Finanza Notizie Italia Coronavirus, Italia paese in quarantena. Scuole tutte chiuse fino a metà marzo?

Coronavirus, Italia paese in quarantena. Scuole tutte chiuse fino a metà marzo?

4 Marzo 2020 13:47

L’emergenza coronavirus in Italia starebbe portando il governo Conte a prendere la drastica decisione di chiudere tutte le scuole nel territorio nazionale. E’ quanto emerge dalla riunione a Palazzo Chigi del premier Giuseppe Conte con i ministri, indetta per prendere ulteriori provvedimenti per contrastare la diffusione del coronavirus. La chiusura, era stato riferito inizialmente da alcune fonti del governo,  sarebbe entrata in vigore domani fino al 15 marzo. Ma la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha smentito le indiscrezioni: “Nessuna decisione sulle scuole è stata presa. Non c’è alcuna chiusura per il momento”.

Serrande abbassate, eventi cancellati, stop a manifestazioni varie, incluse quelle sportive. Partite di calcio sì, ma a porte chiuse. In quarantena sembra destinato a finire anche lo sport.

Non per niente nella sessione odierna soffrono in Borsa, in particolare, i titoli Juventus, AS Roma, SS Lazio. Intanto, la Lega Serie A, prendendo atto dell’ordinanza del Prefetto di Torino varata dopo la riunione della serata di ieri, ha reso noto che la Semifinale di Coppa Italia fra Juventus e Milan, in programma stasera, è stata rinviata a data da destinarsi.

IL MONDO GUARDA ALL’ITALIA IN QUARANTENA

La stampa internazionale si concentra sempre di più sul caso Italia. Un’articolo pubblicato sulla Cnbc riporta i dati diramati ieri dalla Protezione Civile: bilancio delle vittime salito nella giornata di martedì a 79, rispetto ai 52 decessi di lunedì, a fronte di 2.502 persone infettate dal coronavirus.

C’è chi guarda all’economia italiana e teme l’effetto domino che un ennesimo forte rallentamento del Pil potrebbe avere sull’Eurozona, dunque sul mondo intero. Intervistato dalla Cnbc Giovanni Di Lieto, professore di International Business and Economics presso l’Università australiana Monash University, commenta così la situazione in cui versa l’Italia, già precaria in termini di crescita economica, prima dell’esplosione dell’emergenza coronavirus:

L’economia italiana entrerà in recessione, trascinandosi dietro il resto dell’Europa, in particolare quei paesi in cui le catene dell’offerta sono più strettamente collegate all’Italia nel settore manifatturiero, dunque Germania, Francia, Austria e i Balcani – ha scritto in una nota Di Lieto – L’impatto sarà avvertito in Europa anche per molto tempo dopo che la crisi del coronavirus sarà stata vinta, soprattutto in termini di crescita dell’economia e di investimenti in capitali”.

Dunque, anche se e quando si potrà cantare vittoria contro il coronavirus, bisognerà trovare il modo di far ripartire l’Italia. E, di colpo, quel Pil in crescita dello zero virgola che confermava l’eterna stagnazione del paese, sembra essere quasi un miraggio.

Ad alzare l’alert sull’economia italiana è stata ieri sera anche l’agenzia di rating Standard & Poor’s che, oltre a tagliare le stime di crescita dell’economisa a livello globale di 0,5 punti dal +3,3% precedentemente atteso e ridurre l’outlook sulla Cina (dal +5,7% a +4,8% nel 2020), sull’Eurozona (stime dimezzate da +1% a +0,5%) e sugli Stati Uniti (da +1,9% a +1,6%), ha messo in evidenza che l’Italia “fronteggerà un impatto negativo superiore alla media”, pari a circa -0,7 punti percentuali.