Notiziario Notizie Italia Coronavirus in Italia: a rischio 8 miliardi di Pil e 30mila attività. Confesercenti, danni incalcolabili

Coronavirus in Italia: a rischio 8 miliardi di Pil e 30mila attività. Confesercenti, danni incalcolabili

9 Marzo 2020 09:39

L’impatto del coronavirus sull’economia italiana si fa più grave, con l’emergenza sanitaria che si prolunga. Se la fase acuta dell’allarme da contagio dovesse durare fino ad aprile, sarebbero a rischio 6,5 miliardi di consumi, interni e turistici, e 8 miliardi di Pil nel semestre. A stimarlo è Confesercenti, rivedendo le stime iniziali dell’associazione rilasciate il 25 febbraio, basate su un’ipotesi di un’emergenza più breve di quanto sia ora lecito supporre.

“Con i nuovi provvedimenti anche l’emergenza per l’economia ha cambiato passo e i danni per le imprese rischiano di essere incalcolabili”, ha commentato Patrizia De Luise, presidente nazionale Confesercenti. Le province isolate hanno un altissimo tasso di micro, piccole e medie imprese: decine di migliaia di attività del turismo, ma anche di negozi, bar, ristoranti e non solo, che sono o stanno per entrare in crisi.

 

Se, come sembra, l’allarme coronavirus dovesse protrarsi con l’attuale intensità fino al prossimo mese, ad aggravarsi sarebbe infatti anche l’impatto sui consumi turistici (-5 miliardi) e interni (-1,5 miliardi). La flessione, insieme al calo degli investimenti, porterebbe alla perdita di 8 miliardi di euro di Pil (-0,3%) e alla possibile chiusura di 30mila imprese. A essere coinvolti in diverso grado dalla frenata, settori che raccolgono circa un milione di attività: oltre al turismo, commercio, pubblici esercizi, servizi e trasporti. Stimiamo 2 miliardi di euro in meno di consumi per le imprese ricettive e 1,3 miliardi in meno per bar e ristoranti, mentre per agenzie di viaggio e tour operator la perdita è di 342 milioni. Per i negozi il calo è di 748 milioni di euro, 586 per i trasporti. L’impatto è concentrato principalmente nelle regioni del nord e nelle città d’interesse turistico.

“Dal punto di vista economico, tutta l’Italia sta diventando una zona gialla, rossa nelle città d’arte – prosegue De Luise – Contenere i contagi è prioritario e gli imprenditori sono in prima fila per dare il proprio contributo, consapevoli della situazione straordinaria”. Secondo l’associazione i 7,5 miliardi di euro in arrivo dal governo rappresentano una risposta importante, ma potrebbero rilevarsi insufficienti se il trend dovesse continuare a lungo.

“La priorità – continua De Luise – è agire sul fronte bancario, sospendendo le rate dei finanziamenti e agevolando il credito. Ma serve anche uno stop adeguato al fisco e l’estensione degli ammortizzatori sociali a micro imprese e autonomi. Poi, visto che siamo di fatto isolati dal mondo, il rilancio della domanda turistica interna”.