Finanza Notizie Italia Carte: spunta ipotesi zero commissioni per microspese, ma all’utente costano 85,6 euro all’anno

Carte: spunta ipotesi zero commissioni per microspese, ma all’utente costano 85,6 euro all’anno

28 Settembre 2020 09:28

Spunta l’ipotesi allo studio dal governo di azzerare le commissioni per i pagamenti di basso importo, sotto i 25 euro, effettuati con carte. Tuttavia, bancomat e carte di credito costano all’utente 85,6 euro all’anno, secondo il Codacons, che esorta il governo a tutelare anche i consumatori, azzerando o riducendo i costi applicati dalle banche per il rilascio, l’utilizzo e la gestione delle carte di credito e di debito, se si vuole che il piano cashless, per limitare l’uso del contate, sia davvero efficace. “Se si vogliono incentivare i pagamenti digitali, il governo deve necessariamente ridurre i costi di gestione di carte di credito e bancomat che gravano sui consumatori e che incidono pesantemente sulle tasche degli italiani”, sottolinea il presidente di Codacons, Carlo Rienzi.

Quanto costa la carta? In due anni +8,5%
Secondo i calcoli dell’associazione, oggi utilizzare una carta di credito arriva a costare a ogni singolo utente fino a 85,6 euro all’anno tra canoni, costi di attivazione e altre spese, con un costo medio annuo in crescita dell’8,5% rispetto a soli due anni fa. Il canone mensile applicato ai consumatori da banche e gestori è infatti molto variabile e va da un minimo di 0 euro a un massimo di 6,30 euro, a seconda del tipo di carta che si sceglie. Occorre poi considerare che molti istituti applicano il canone gratuito solo per il primo anno di emissione della carta, mentre per i successivi periodi è previsto un costo. Ci sono poi le spese di attivazione ed emissione della carta, che possono raggiungere quota 10 euro. Altra voce che incide sui costi a carico dei titolari di una carta è quella relativa alle commissioni applicate ai prelievi, che possono raggiungere quota 2 euro ad operazione in Italia, e addirittura il 5,2% dell’importo prelevato se ci si trova all’estero in un paese non Ue (circa il 4% in area Ue). Sulle carte di credito si applicano poi tutta una serie di spese che fanno crescere i costi di gestione a danno dei consumatori: costi di ricarica per le carte prepagate, costi per blocco o sostituzione della carta in caso di smarrimento, smagnetizzazione o furto; invio dell’estratto conto cartaceo, commissioni di cambio valuta applicate nei casi di pagamenti effettuati all’estero, ecc.

“Per questo motivo, e a fronte della costante crescita dei costi di carte e bancomat a carico dei consumatori, il governo deve studiare un abbattimento di balzelli e commissioni che vada anche a favore degli utenti, in modo da incentivare realmente i pagamenti digitali e contribuire alla lotta all’evasione”, conclude Rienzi.