Finanza Notizie Italia Alta tensione Roma-Parigi, Quai d’Orsay richiama ambasciatore in Italia: ‘attacchi senza precedenti, da fine guerra’

Alta tensione Roma-Parigi, Quai d’Orsay richiama ambasciatore in Italia: ‘attacchi senza precedenti, da fine guerra’

7 Febbraio 2019 15:41

Nuove tensioni tra l’Italia del governo M5S-Lega e la Francia di Emmanuel Macron. Il ministero degli Esteri francese ha annunciato la decisione di richiamare l’ambasciatore in Italia “per consultazioni”, a seguito di “dichiarazioni oltraggiose” e di “attacchi senza fondamento”.

In un comunicato del portavoce del Quai d’Orsay, si legge che da “diversi mesi” la Francia è diventata oggetto di “accuse ripetute, attacchi senza fondamenti, dichiarazioni oltraggiose”. Non viene nascosta la gravità della situazione, descritta “senza precedenti, dalla fine della guerra. Avere disaccordi è una cosa, strumentalizzare una relazione a fini elettorali”.

“Le ultime ingerenze costituiscono una provocazione ulteriore e inaccettabile. Violano il rispetto della scelta democratica fatta da un popolo amico e alleato. Violano il rispetto reciproco dovuto tra due governi liberamente e democraticamente eletti”.

La campagna per le elezioni europee – prosegue la nota – non giustifica la mancanza di rispetto verso un popolo o verso la sua democrazia”.

Parigi lancia di conseguenza un appello all’Italia, affinché agisca al fine di “ritrovare il rapporto di amicizia e di rispetto reciproco all’altezza della nostra storia e del nostro destino comune”.

Diversi i temi su cui Francia e Italia si stanno scontrando. Oggi un duro ennesimo attacco italiano è stato sferrato contro i doganieri francesi, accusati in particolare dal Viminale di rallentare i treni italiani, a Modane, con le loro operazioni di controllo. Il Viminale ha puntato il dito contro la polizia doganale, affermando che i ritardi dei treni provocano un danno a viaggiatori e imprese.

Si tratta solo di uno dei diversi Pomi della discordia nelle relazioni Roma-Parigi, che hanno visto il governo M5S-Lega lanciare diverse accuse contro i francesi.

Il primo incidente diplomatico è esploso lo scorso 20 gennaio, quando Di Maio ha bollato la Francia di Macron, ‘sfruttatrice d’Africa‘, motivando così il proprio attacco:

Se oggi la gente parte dall’Africa è perché alcuni Paesi europei, con in testa la Francia, non hanno mai smesso di colonizzare decine di Stati africani”.

Nel parlare di immigrazione a una manifestazione del M5S ad Avezzano, il vicepremier ha detto, nello specifico, che la Francia  “in Africa continua ad avere colonie di fatto, con la moneta, che è il franco, che continua a imporre nelle sue ex colonie”. Non solo: il vicepremier ha aggiunto che Parigi “usa (il franco coloniale) per finanziare il suo debito pubblico“.

A rincarare la dose è stato poi il pentastellato Alessandro Di Battista che si è presentato alla trasmisisone ‘Che tempo che fa’ di Fabio Fazio con un fac simile di una banconota da 10.000 franchi CFA, che ha strappato in diretta: “Questa è una banconota da 10mila franchi delle colonie francesi, il franco CFA. Se non affrontiamo il tema della sovranità monetaria in Africa non se esce più”.

Il presidente francese Macron ha optato per la linea dell’indifferenza, limitandosi a commentare che l’Italia merita leader che siano alla sua altezza.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso risale all’altro ieri quando il vicepremier Luigi Di Maio ha incontrato alcuni esponenti del movimento dei #giletgialli. Immediata la reazione del ministero degli Esteri francese, che ha parlato di “provocazione inaccettabile” in una nota diramata il giorno dopo.

Tra l’altro, lo stesso Di Maio aveva sbandierato con orgoglio l’incontro con un post su Facebook, in cui affermava di aver incontrato uno dei leader dei gilet gialli, Cristophe Chalençon, insieme ai candidati alle elezioni europee della lista RIC di Ingrid Levavasseur. Presente anche Alessandro Di Battista.

Interpellato sulla decisione di Parigi di richiamare il suo ambasciatore in Italia, il numero uno di UniCredit, l’amministratore delegato Jean-Pierre Mustier, ha detto di mettere l’Italia sempre al primo posto:

“Io ho un passaporto francese, ma parlo sempre bene dell’Italia e metto sempre l’Italia al primo posto”. Mustier ha sottolineato di prendere sempre decisioni che rispondano al “mantra: ‘Italy first”.

Il Ceo di UniCredit si è detto inoltre fiducioso sulla crescita del Pil italiano, nel giorno in cui la Commissione europea ha rivisto pesantemente al ribasso le sue stime per il 2019, dal +1,2% di novembre a +0,2%.

“Penso che nel breve e medio termine l’Italia abbia solidi fondamentali. Ha un sistema educativo e un sistema sanitario molto buoni e il mix della popolazione è omogeneo. Inoltre, la ricchezza media in Italia è più alta che in Germania. L’Italia ha imprese di ottima qualità, esportatrici e che sanno adattarsi e prendere rischi. Il business model dell’Italia nel medio termine è quello giusto”.

“Noi – ha continuato l’AD della banca italiana – vediamo ancora una moderata crescita economica nel 2019 in Italia. Abbiamo abbassato il nostro target di crescita del Pil, ma l’outlook rimane ancora positivo nei prossimi tre anni”.

Mustier ha rilasciato commenti anche sulla Brexit:

“Dovremmo ringraziare i nostri amici inglesi perchè con la Brexit stanno mostrando a tutti gli altri che cosa non si dovrebbe fare”.

“Credo che uscire dall’Europa sia una cattiva idea e credo che in futuro avremo più Europa”, ha precisato il manager.