Finanza BTP Valore Vs buoni fruttiferi postali: differenze e similitudini

BTP Valore Vs buoni fruttiferi postali: differenze e similitudini

27 Febbraio 2024 16:39

Proteggersi dall’inflazione. E’ questo uno dei primi obiettivi di chi si avvicina al mondo degli investimenti.  Ma in generale, oltre all’insidia inflazione, per effettuare delle scelte consapevoli è necessario conoscere a fondo i prodotti di investimento che si intende acquistare.

Negli ultimi giorni si parla molto di BTP Valore (è partito ieri il collocamento della nuova emissione) ma anche dei buoni fruttiferi postali (nella versione dedicata ai minori lanciata lo scorso 20 febbraio). Ma come muoversi di fronte a queste due tipologie di prodotto?

Il primo passo, come detto, è quello di analizzare il loro funzionamento. Ecco le principali caratteristiche del BTP Valore e dei buoni fruttiferi postali.

Come funziona il BTP Valore

Costituiscono una nuova categoria di Titoli di Stato (sono stati lanciati per la prima volta nel giugno 2023) e sono destinati principalmente ai risparmiatori individuali, intensi come persone fisiche o affini. Stiamo parlando dei BTP Valore. Questi titoli hanno una durata variabile e prevedono delle cedole che vengono pagate regolarmente.

La durata di quattro e cinque anni caratterizza i primi due BTP Valore. Nella prima emissione la cedola è semestrale, mentre nella seconda risulta essere trimestrale. In entrambi i casi è presente il meccanismo di step up per le cedole, i cui rendimenti minimi risultano essere predefiniti.

Da sottolineare che il BTP Valore, inoltre, ha un premio fedeltà per quanti effettuano l’acquisto nel periodo di collocamento e dovessero decidere di mantenerlo fino alla loro naturale scadenza. I tassi minimi sono comunicati prima dell’emissione e vengono, eventualmente, confermati o rivisti al rialzo al termine dell’emissione.

Il collocamento

I BTP Valore vengono collocati alla pari e viene utilizzata la piattaforma elettronica MOT di Borsa Italiana. A questa operazione, generalmente, partecipano delle banche dealers.

Non vengono fissati, di solito, dei limiti massimi o riparti nel corso del collocamento, in modo da andare a soddisfare completamente gli ordini. Ad ogni modo il MEF ha sempre la possibilità di andare a chiudere anticipatamente l’emissione. Per poter garantire la partecipazione degli investitori, la chiusura non può avvenire prima del terzo giorno di collocamento.

La tassazione

Non sono previste delle commissioni sugli acquisti nella fase di collocamento per i sottoscrittori. Viene applicata la tassazione agevolata del 12,5% sui titoli di Stato. I BTP Valore sono esenti dalle imposte di successione.

La sottoscrizione può avvenire presso la banca di fiducia dell’investitore o attraverso l’home banking se è abilitato al trading online.

BTP Valore terza emissione

Il terzo BTP Valore (emissione dal 26 febbraio al primo marzo) ha una durata di sei anni e prevede un premio fedeltà dello 0,7%, che viene erogato a quanti lo mantengono fino alla scadenza. Ogni tre mesi vengono pagate le cedole, con un meccanismo chiamato step up di 3+3 anni.

La stima sui rendimenti

Per quanto riguarda i rendimenti dei BTP Valore è possibile fare una stima sui rendimenti, prendendo in considerazione i dati che risultano essere disponibili al momento. Il BTP Valore a sei anni ha un rendimento, attualmente del 3,35%: prendendo in considerazione la tassazione agevolata al 12,5% e il premio fedeltà dello 0,7%, fa presupporre un rendimento netto ipotetico del 3,10%.

Come funzionano i buoni fruttiferi postali

Uno dei prodotti di investimento apprezzato dagli investitori sono i buoni fruttiferi postali, che costituiscono un prestito che viene concesso allo Stato attraverso la Cassa Depositi e Prestiti.

La sottoscrizione può avvenire in un ufficio postale. È possibile richiedere il rimborso in qualsiasi momento, senza dover sostenere dei costi aggiuntivi, se non gli oneri fiscali. L’importo massimo dei buoni fruttiferi postali sottoscrivibili da un singolo soggetto nel corso della stessa giornata è pari a 1.000.000 euro.

Rendimenti

Quanto rendono i buoni fruttiferi postali? Il risparmiatore versa una qualsiasi cifra e questa matura interessi che vengono calcolati in base a variabili come l’importo investito – più è alta la cifra, maggiore sarà il rendimento – e la durata del buono fruttifero postale. Ma anche dalla tipologia del prodotto che è stato sottoscritto.

I buoni fruttiferi postali possono variare da un minimo di tre ad un massimo di vent’anni, a seconda del tipo che il risparmiatore sceglie e dalle sue esigenze.

La tassazione

Come avviene per i Titoli di Stato i rendimenti dei buoni fruttiferi postali sono tassati al 12,50%. È prevista, inoltre, un’imposta di bollo dello 0,2% sul capitale, nel caso in cui il loro valore dovesse superare i 5.000 euro.

Buoni fruttiferi postali a disposizione

Sono diversi i buoni fruttiferi a disposizione degli investitori. Si passa da quelli cartacei a quelli dematerializzati, che sono la versione più moderna dell’investimento. Possono essere acquistati negli uffici postale. Ecco alcuni buoni fruttiferi postali che sono attualmente a disposizione:

  • buono ordinario Scelto da chi vuole investire fino a 20 anni. I rendimenti sono crescenti e variano dello 0,5% nel primo anno al 2,75% del ventesimo;
  • buono 4 anni risparmio semplice. Come si capisce dal nome ha una durata pari a quattro anni, mentre il rendimento annuo lordo standard alla scadenza è pari all’1,50%;
  • buono dedicato ai minori. In questo caso gli interessi vengono maturati fino alla maggiore età del sottoscrittore;
  • buono 4 anni Plus. Dura quattro anni con rendimenti fissi;
  • buono 3×2. Per chi vuole investire fino a sei anni, con la possibilità di richiedere il rimborso dopo tre anni;
  • buono 3×4. Destinato a chi vuole investire fino a 12 anni, con dei rendimenti fissi crescenti.