Finanza Personale SPID a rischio: mancano i 40 milioni promessi

SPID a rischio: mancano i 40 milioni promessi

SPID a rischio per mancanza di fondi: i gestori valutano il modello a pagamento, mentre il governo promuove la Carta d’Identità Elettronica.

3 Luglio 2025 11:22

Il futuro del SPID, il Sistema Pubblico di Identità Digitale che ha rappresentato la chiave d’accesso ai servizi online della Pubblica Amministrazione, si trova a un bivio tutt’altro che rassicurante. Nonostante le promesse e gli annunci ufficiali, i 40 milioni di euro destinati al sostegno dei gestori non si sono ancora visti.

E così, dopo anni di attese e rassicurazioni, il rischio che la gratuità del servizio venga meno si fa sempre più concreto. Una situazione che, come spesso accade in Italia, rischia di penalizzare proprio chi ne avrebbe più bisogno: cittadini, imprese e amministrazioni che si affidano quotidianamente a questa infrastruttura digitale.

Finanziamenti SPID: la promessa mancata e le reazioni dei gestori

L’annosa questione dei finanziamenti per lo SPID si è trasformata in una vera e propria spina nel fianco per i principali operatori del settore. L’associazione Assocertificatori, che raggruppa nomi di peso come Aruba, Poste Italiane e Telecom Italia, non ha esitato a far sentire la propria voce, formalizzando una protesta ufficiale.

Il presidente Andrea Sassetti, anche CEO di Aruba PEC, è stato chiaro: “Abbiamo perso milioni di euro nello SPID per otto anni. Solo passando a un modello a pagamento possiamo rendere il servizio almeno sostenibile.” Una dichiarazione che la dice lunga sul malcontento che serpeggia tra i gestori, stanchi di aspettare un supporto economico che sembra sempre rimandato.

Le rassicurazioni del governo e il nodo degli acconti

Non sono bastate le rassicurazioni del ministro Zangrillo – “i soldi ci sono” – a placare le acque. I gestori di SPID giudicano gli acconti proposti dall’AgID come una soluzione-tampone del tutto insufficiente. Il primo versamento di 100.000 euro previsto in autunno appare più come una goccia nel mare rispetto ai costi operativi che le aziende si trovano a sostenere ogni anno.

La sensazione diffusa è che si stia cercando di guadagnare tempo, senza affrontare il problema alla radice. E mentre la politica discute, i provider valutano concretamente l’introduzione di tariffe per un servizio che, fino ad oggi, era stato sempre gratuito per i cittadini.

Carta Identità Elettronica: alternativa o soluzione?

In questo clima di incertezza, il governo guarda con crescente interesse alla Carta Identità Elettronica come possibile strumento principale di autenticazione digitale, ritenendola più sicura e tecnologicamente avanzata. Tuttavia, una transizione completa verso questa soluzione non sarebbe né rapida né indolore: richiederebbe investimenti ingenti e tempi tecnici non trascurabili.

Nel frattempo, il rischio più concreto è che milioni di cittadini si trovino improvvisamente senza un accesso semplice e diretto ai servizi digitali come lo SPID, mettendo in crisi la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione e lasciando molti utenti in balia dell’incertezza. È evidente che una soluzione strutturale e tempestiva sui finanziamenti non è più rinviabile, se si vuole davvero garantire continuità e sicurezza nell’accesso ai servizi digitali.

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