Finanza Personale Pagamenti digitali Spotify rivoluziona gli account gratuiti: ecco perché conviene anche senza abbonamento

Spotify rivoluziona gli account gratuiti: ecco perché conviene anche senza abbonamento

Spotify amplia le funzioni per gli utenti free, registra ricavi record e integra audiolibri nel Premium. Crescita e innovazione nel 2025.

17 Settembre 2025 14:30

Hai presente quella frizzante sensazione di libertà che si prova quando si spalancano nuove porte? Ecco, è un po’ ciò che sta accadendo in Spotify: la piattaforma di streaming musicale ha deciso di valorizzare i suoi numerosi utenti free, offrendo loro l’accesso a specifici brani e la possibilità di condividere musica in modo quasi illimitato.

Questa piccola rivoluzione nasce dal desiderio di dar voce a una comunità che, nel terzo trimestre del 2024, ha sfiorato i 402 milioni di ascoltatori non paganti, su un totale di 640 milioni di utenti attivi al mese. Così facendo, il gigante svedese consolida la sua funzione di volano pubblicitario: più pubblico significa più potenziali inserzionisti e, di conseguenza, maggiore beneficio per tutti.

Un balzo nei numeri

L’ennesima conferma di questo approccio arriva dai ricavi totali del quarto trimestre 2024, cresciuti del 16% su base annua, toccando quota 4,2 miliardi di euro. E non è solo questione di fatturato: gli abbonati Premium hanno registrato un incremento dell’11%, arrivando a 263 milioni.

A completare il quadro, un margine lordo che sfiora il 32,2% e un utile operativo di 477 milioni di euro, segnando così il primo anno interamente in attivo per l’azienda. In fondo, non è un caso che gli investitori guardino a questi dati con estrema fiducia: la scommessa su un pubblico sempre più ampio nulla toglie alla crescita dell’area a pagamento, rendendo l’ecosistema Spotify più solido che mai.

Niente solo musica

Ma la novità non finisce qui: l’offerta si è estesa anche agli audiolibri, inseriti nel pacchetto Premium in alcuni Paesi selezionati. Uno scenario che ha portato alla creazione di un piano Basic, privo di pubblicità ma dotato di funzionalità limitate proprio sugli audiolibri.

Questa mossa, da un lato, incontra il favore di chi vuole un’esperienza d’ascolto priva di interruzioni; dall’altro, solleva dubbi tra le case discografiche, preoccupate per un’eventuale contrazione delle royalties destinate agli artisti. Conciliare gli interessi delle diverse parti non è mai semplice, soprattutto quando si sperimentano formule nuove in un mercato così competitivo.

Verso il domani

Il percorso intrapreso sembra però già segnato da risultati positivi, soprattutto grazie alla costante ricerca di soluzioni che sappiano accontentare sia utenti occasionali sia appassionati di lungo corso. Innovazioni come la scelta di sbloccare maggiori contenuti per i nuovi iscritti, pur mantenendo un tetto giornaliero di ascolti e sei salti orari, hanno il duplice effetto di aumentare l’engagement e di non stravolgere la sostenibilità economica.

Le prospettive per il 2025, quindi, appaiono rosee: se la piattaforma continuerà a trovare quell’equilibrio tra apertura e tutela, ci sono buone probabilità che il mondo dello streaming continui a crescere e a offrire esperienze sempre più ricche per ogni gusto musicale.

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