Finanza Personale Leadership femminile: il motore nascosto della crescita economica italiana

Leadership femminile: il motore nascosto della crescita economica italiana

Al W Leadership Summit 2025, Marina Calderone sottolinea il ruolo chiave della leadership femminile per la crescita economica italiana.

26 Giugno 2025 15:00

In Italia, parlare di leadership femminile non è solo una questione di equità, ma un vero e proprio tema strategico per la crescita e la competitività del Paese. Se da un lato il dibattito pubblico si arricchisce di riflessioni e proposte, dall’altro la realtà dei numeri ci racconta ancora di ostacoli, di percorsi a ostacoli e di barriere invisibili che le donne devono affrontare per accedere ai vertici delle organizzazioni.

Il recente W Leadership Summit 2025 di Milano, promosso da Class Editori e Human Hall dell’Università degli Studi, ha acceso i riflettori su un tema che non può più essere rimandato: il ruolo chiave della presenza femminile nei ruoli decisionali per rilanciare il tessuto economico italiano.

Occupazione femminile e leadership: tra sfide e opportunità concrete

Il Ministro del Lavoro Marina Calderone, intervenendo al summit, ha ribadito con forza come il potenziamento dell’occupazione femminile sia ormai una priorità irrinunciabile. “Creare condizioni favorevoli per l’accesso delle donne al mercato del lavoro a tutti i livelli rappresenta la base su cui costruire il futuro del nostro Paese”, ha sottolineato Calderone.

In effetti, le storie di successo raccontate da protagoniste come Alessandra Gritti (Tamburi Investment Partners) e Anna Tavano (HSBC Continental Europe) mostrano che dove si investe davvero sull’inclusione, i risultati non tardano ad arrivare. Eppure, il percorso è ancora costellato da ostacoli: pregiudizi radicati e carenza di strumenti di mentoring efficaci.

Legge Golfo-Mosca: un punto di svolta, ma non basta

Non si può parlare di avanzamento senza citare la legge Golfo-Mosca, vero spartiacque per la leadership femminile nei Consigli di Amministrazione delle aziende italiane. Questa normativa, varata nel 2011, ha segnato un cambio di passo, ma da sola non può colmare tutte le distanze.

Il summit ha evidenziato come la rappresentanza femminile nei CdA sia cresciuta in modo significativo, ma resta il nodo delle posizioni apicali e dei ruoli realmente decisionali. La CEO di Eurizon Capital Sgr, Maria Luisa Gota, ha sottolineato la necessità di politiche di equilibrio di genere non solo nei numeri, ma soprattutto nei processi decisionali che determinano il futuro delle imprese.

Divario salariale di genere e competitività: la sfida per il futuro

Un altro tema che emerge con forza è quello del divario salariale di genere, una ferita ancora aperta che penalizza non solo le donne, ma l’intero sistema economico. Superare questa disuguaglianza significa liberare energie e competenze oggi sottoutilizzate, garantendo alle aziende italiane una marcia in più in termini di innovazione e sostenibilità.

Il messaggio che arriva dal summit è chiaro: puntare sulla leadership femminile non è solo un imperativo etico, ma una scelta vincente per assicurare competitività e resilienza al sistema Paese. È tempo di trasformare le parole in azioni concrete, per costruire un futuro in cui il talento non abbia più genere.

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