Commercio marittimo: il mare Mediterraneo si riorganizza
Un'analisi del rapporto Italian Maritime Economy rivela che il commercio marittimo si sta riorganizzando per efficienza e sostenibilità.
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Il commercio marittimo internazionale, nonostante il susseguirsi di turbolenze geopolitiche e barriere doganali, continua a solcare mari agitati senza perdere la rotta della crescita. Il 2024 segna infatti un nuovo record: 12,6 miliardi di tonnellate movimentate a livello globale, con un incremento del 2,1% rispetto all’anno precedente. Un risultato che, in un contesto di incertezza e trasformazioni, conferma la centralità del trasporto via mare per l’economia mondiale e, in particolare, per il nostro Paese.
Commercio marittimo: il quadro tracciato dall’Italian Maritime Economy
Secondo il dodicesimo rapporto annuale Italian Maritime Economy curato da SRM, il settore del commercio marittimo dimostra una resilienza sorprendente, pur dovendo affrontare nuove sfide. Le politiche protezionistiche – con particolare attenzione alle recenti misure statunitensi, come le tasse sugli scali per le navi legate alla Cina che, da ottobre 2024, impatteranno il 9% degli approdi USA – coinvolgono ogni anno circa 500 milioni di tonnellate di merci, pari al 4% del traffico globale.
Di fronte a questo scenario, i grandi player mondiali come Gemini Cooperation e Ocean Alliance non restano a guardare: la parola d’ordine è “regionalizzazione”, soprattutto in Asia, dove i collegamenti intra-regionali segnano una crescita dell’8,5% tra il 2021 e il 2026, ben al di sopra della media mondiale del 6,1%.
Mediterraneo: il cuore pulsante del traffico marittimo
Il mare Mediterraneo si conferma crocevia strategico per il commercio marittimo, con i suoi 25 principali porti che nel 2024 hanno movimentato 62 milioni di TEU, registrando un incremento del 5,1%.
Tuttavia, il Canale di Suez mostra segnali di rallentamento, perdendo il 18% dei volumi nei primi cinque mesi del 2025 rispetto all’anno precedente. A brillare è Tanger Med, con 10,2 milioni di container gestiti, trainato dalla specializzazione nel settore automotive.
Questo scenario ribadisce come il bacino mediterraneo resti un punto di riferimento imprescindibile per il commercio globale, pur dovendo affrontare continue evoluzioni di mercato e nuovi equilibri logistici.
Commercio e trasporto marittimo italiano: leadership e sfide da superare
Nel panorama europeo, l’Italia mantiene la propria supremazia nel commercio marittimo a corto raggio, movimentando 302 milioni di tonnellate. Tuttavia, i porti italiani non sono esenti da criticità: il 2023 ha visto una flessione del 3,2% nei volumi di merci, a fronte però di un boom del 16% nei passeggeri.
Per restare competitivi rispetto a giganti come Paesi Bassi e Germania, diventa imprescindibile puntare su una maggiore efficienza logistica e sulla riduzione dei tempi di permanenza delle navi, attualmente fermi a 1,28 giorni.
Transizione ecologica e investimenti green: la rotta verso il futuro
Non meno importante è la sfida della sostenibilità: oggi il 6,5% della flotta mondiale è già predisposta per carburanti alternativi e meno inquinanti, una quota destinata a salire fino al 25% entro il 2030.
Gli investimenti in tecnologie green rappresentano la bussola che orienterà il futuro del settore, rendendo il commercio marittimo non solo più efficiente, ma anche più rispettoso dell’ambiente e delle generazioni future.
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