Finanza Personale Bloccati 3 milioni di Bitcoin: ecco perché

Bloccati 3 milioni di Bitcoin: ecco perché

Circa 3,35 milioni di Bitcoin sono congelati: scopri perché restano inattivi e quali effetti producono su liquidità, prezzo e adozione.

27 Agosto 2025 09:40

La recente ondata di interesse per Bitcoin ha portato a un fenomeno singolare: circa il 17% dell’intera offerta risulta bloccato in portafogli di investitori che sembrano voler conservare le monete a tempo indeterminato.

Questa situazione crea un ambiente di scambio decisamente ristretto, dove le fluttuazioni di prezzo possono acuirsi per via della minore quantità di unità in circolazione. La quotazione, non a caso, è scivolata sotto la soglia dei 110.000 dollari, un valore che ha suscitato un certo allarme tra gli operatori, già in tensione per le prossime decisioni della Federal Reserve e per il contesto macroeconomico sempre più complesso.

Bitcoin e il congelamento strategico

Il fenomeno dei Bitcoin congelati non è inedito, ma la sua portata attuale appare anomala, con effetti significativi sulla liquidità complessiva del mercato. Questo blocco di monete può rappresentare una riserva di valore per chi intende conservare i propri asset in prospettiva di eventuali rialzi futuri.

Tuttavia, quando l’offerta scarseggia, basta un lieve incremento della domanda per innescare rialzi di prezzo anche bruschi. Molti analisti ricordano che in passato, condizioni simili hanno preceduto importanti fasi rialziste, scoraggiando al contempo gli speculatori più volubili.

Allo stesso tempo, l’attuale scenario internazionale, tra tensioni geopolitiche e previsioni economiche in evoluzione, funge da variabile ulteriore di incertezza.

Interventi di politica monetaria e prospettive globali

Un aspetto chiave dei mercati, non solo delle criptovalute, resta la politica della banca centrale statunitense: il possibile taglio dei tassi previsto per l’autunno ha alimentato aspettative contrastanti.

Da un lato, una riduzione dei tassi potrebbe sostenere la domanda di Bitcoin più rischiosi, dall’altro i continui segnali di prudenza degli operatori inducono a mantenere un atteggiamento di cauta osservazione.

Nel frattempo, la corsa all’adozione istituzionale riceve ulteriore impulso da Paesi come il Brasile, che valuta di destinare parte delle proprie riserve nazionali a questo segmento, e dal Giappone, dove si sta discutendo l’introduzione di ETF e vantaggi fiscali dedicati.

La percezione di stabilità di Bitcoin e cripto asset dipende da molteplici fattori, tra cui la disponibilità di infrastrutture dedicate, la volontà di inserire tali strumenti nei portafogli più tradizionali e la chiarezza delle normative di riferimento.

Gli Stati Uniti, con un approccio più cauto, potrebbero accelerare nel momento in cui le spinte globali diventassero troppo rilevanti per essere ignorate. Infine, la combinazione tra un aumento dell’offerta monetaria globale, le mosse decise delle banche centrali e il vago ritorno di fiducia verso il mercato statunitense potrebbe innescare una nuova ondata di interesse.

In questo contesto, l’accumulo di unità inattive e la loro possibile rientrata in circolazione rappresentano un fattore cruciale per il prossimo capitolo della storia di questo settore.

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