La Banca Nazionale Svizzera azzera i tassi di interesse: cosa significa
La Banca Nazionale Svizzera riduce i tassi a zero per contrastare deflazione e incertezze economiche globali.
Fonte immagine: ansa
In un clima di crescente incertezza globale, la Banca Nazionale Svizzera torna protagonista sulla scena economica internazionale con una decisione che non mancherà di far discutere: i tassi di interesse vengono azzerati, segnando il sesto taglio consecutivo in poco più di un anno. Un gesto che, se da un lato riflette la determinazione delle autorità monetarie elvetiche nell’affrontare una congiuntura complessa, dall’altro conferma la capacità della Svizzera di muoversi con agilità anche nei momenti di maggiore turbolenza.
L’annuncio, arrivato direttamente da Zurigo per bocca del presidente Martin Schlegel, suona come un campanello d’allarme per chi ancora confidava in un ritorno rapido alla normalità: il quadro macroeconomico rimane fragile e l’ombra dell’inflazione negativa si allunga nuovamente sulle Alpi.
Banca Nazionale Svizzera: il ritorno dell’inflazione negativa e la forza del franco svizzero
Il dato che ha convinto la Banca Nazionale Svizzera ad agire è inequivocabile: a maggio 2025, l’inflazione è scivolata sotto lo zero, attestandosi a -0,1%. Un fenomeno che non si vedeva da quattro anni e che, ancora una volta, si intreccia con l’inarrestabile ascesa del franco svizzero.
La moneta elvetica, infatti, si è apprezzata dell’11% rispetto al dollaro statunitense dall’inizio dell’anno, rendendo più convenienti le importazioni e, di riflesso, esercitando una pressione al ribasso sui prezzi interni. Una dinamica che, se da un lato rafforza il potere d’acquisto dei consumatori svizzeri, dall’altro mette in allerta le imprese esportatrici, costrette a fare i conti con una competitività messa a dura prova sui mercati internazionali.
Nonostante le tensioni geopolitiche e le politiche tariffarie degli Stati Uniti che continuano a creare incertezza, l’economia svizzera mostra una sorprendente resilienza. Nel primo trimestre del 2025, le esportazioni verso gli USA hanno registrato un incremento, alimentate anche dall’anticipazione di possibili dazi futuri.
La Banca Nazionale Svizzera si muove dunque su un crinale sottile: da una parte il rischio di una spirale deflazionistica, dall’altra la necessità di sostenere la competitività dei settori chiave, come quello farmaceutico e del lusso, tradizionalmente motori della crescita elvetica. Non a caso, i mercati finanziari hanno reagito con un immediato rafforzamento del franco, seguito da una fase di stabilizzazione, a conferma della fiducia riposta dagli investitori nella solidità del sistema svizzero.
Prospettive future e strategie della Banca Nazionale Svizzera
Guardando avanti, la Banca Nazionale Svizzera prevede che l’inflazione si manterrà su livelli contenuti, con una stima dello 0,2% per il 2025 e un graduale ritorno verso lo 0,7% entro il 2027, a patto che i tassi di interesse restino stabili.
Tuttavia, il presidente Schlegel non esclude ulteriori interventi, sia sul fronte monetario sia su quello valutario, qualora la situazione lo richiedesse. Resta dunque alta l’attenzione su possibili nuove mosse, mentre il confronto con le strategie adottate da altre banche centrali europee, come la BCE e la Norges Bank, si fa sempre più stringente. In definitiva, la Svizzera si conferma ancora una volta laboratorio di innovazione e prudenza, capace di navigare le acque agitate dei mercati finanziari senza perdere di vista la propria vocazione alla stabilità.
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