Amazon riduce i giorni per il reso gratuito su tantissimi altri prodotti
Dal 23 giugno 2025, Amazon riduce il periodo di reso per diverse categorie da 30 a 14 giorni. Scopri motivazioni e impatti.
Fonte immagine: finanza.com
Il vento del cambiamento soffia ancora una volta su Amazon, e questa volta la novità riguarda da vicino le abitudini di acquisto e restituzione dei clienti. A partire dal 23 giugno 2025, il colosso dell’e-commerce ridisegna i confini della propria politica reso, introducendo una svolta che non passerà inosservata: per molte categorie di prodotti, il tempo utile per restituire gli articoli scenderà a soli 14 giorni, dimezzando di fatto la finestra temporale rispetto agli attuali 30 giorni. Una mossa che non solo cambierà le carte in tavola per i consumatori, ma promette di avere ripercussioni su tutta la filiera, dai venditori terzi alle dinamiche di mercato.
La riduzione del reso rappresenta un vero e proprio giro di vite, soprattutto se si considera che fino a pochi anni fa la flessibilità era il fiore all’occhiello dell’esperienza di acquisto su Amazon. Il nuovo limite interesserà una vasta gamma di prodotti, dai libri ai software, dai giochi agli articoli per la casa, fino ai dispositivi per la salute e i grandi elettrodomestici. Un segnale chiaro: l’azienda di Seattle vuole mettere un freno agli abusi che, secondo le stime della National Retail Federation, nel solo 2022 hanno generato resi per un valore di 816 miliardi di dollari negli Stati Uniti, ovvero il 17% degli acquisti totali. Per i clienti, questo significa dover prendere decisioni più rapide e ponderate, senza la possibilità di rimandare troppo a lungo la scelta tra tenere o restituire il prodotto.
Amazon e sostenibilità: la nuova frontiera delle politiche di reso
La stretta sulle tempistiche si inserisce in un contesto più ampio, dove il tema dell’impatto ambientale dei resi è diventato centrale nel dibattito pubblico e aziendale. Ogni prodotto che torna indietro comporta trasporti aggiuntivi, imballaggi supplementari e, in molti casi, una nuova lavorazione o addirittura la distruzione dell’articolo. Una catena che incide pesantemente sulle emissioni e sui costi, spingendo sempre più player dell’e-commerce a rivedere le proprie strategie. Amazon, che per anni ha fatto della generosità nelle restituzioni un punto di forza, ora sembra orientata verso un modello più sostenibile, in cui la politica di reso diventa anche uno strumento per educare i consumatori a scelte più consapevoli e responsabili.
Non solo i clienti saranno chiamati a una maggiore attenzione, ma anche i venditori terzi dovranno adeguarsi alla nuova soglia minima di 14 giorni, pur mantenendo la facoltà di offrire condizioni più vantaggiose. La partita si gioca tutta sull’equilibrio tra tutela del consumatore e sostenibilità del sistema, con la consapevolezza che una politica reso troppo permissiva rischia di diventare insostenibile, mentre una regolamentazione più rigida può favorire una maggiore efficienza e responsabilità. In questo scenario, il ruolo di Amazon come trendsetter resta indiscusso, e ogni sua mossa è destinata a fare scuola nel mondo dell’e-commerce, segnando un nuovo punto di partenza per l’intero settore.
Se vuoi aggiornamenti su Finanza Personale inserisci la tua email nel box qui sotto: