Finanza Notizie Italia Coronavirus Italia: Enel ricorre allo smart working. Generali installa scanner tecnici per misurazione febbre

Coronavirus Italia: Enel ricorre allo smart working. Generali installa scanner tecnici per misurazione febbre

23 Febbraio 2020 11:36

Smart working, per far rimanere i dipendenti a casa e, al contempo, non congelare il normale svolgimento delle attività. Diverse sono le aziende in Italia nelle aree colpite dall’emergenza del coronavirus, che hanno deciso di ricorrere a questa soluzione, per consentire la prosecuzione della propria operatività.

Così il Sole 24 Ore:

“È l’opzione scelta in via precauzionale ieri dall’Enel «fino a data da destinarsi per tutti i colleghi che lavorano o hanno residenza in uno dei comuni interessati da ordinanze pubbliche» relative al Coronavirus. Queste disposizioni saranno applicate anche al personale terzo che opera nelle sedi Enel. Anche circa 250 dipendenti del «Vodafone building» di Milano in via Bisceglie lavoreranno da casa in smart working per qualche giorno. La decisione è stata presa dall’azienda, dopo che venerdì pomeriggio un dipendente ha spiegato di essere entrato in contatto con il «paziente 1» ricoverato all’ospedale di Codogno (Lodi)”.

Il Corriere della Sera segnala inoltre il caso della misura più di impatto adottata dalle aziende italiane per fronteggiare l’emergenza esplosa in Lombardia: quella lanciata da Generali, nella sede di Milano Citylife. Qui “sono stati installati degli scanner termici per misurare la temperatura di dipendenti e visitatori”.

Sempre il Corriere segnala che “altre aziende di grandi dimensioni, come Allianz, hanno invece chiesto ai lavoratori provenienti dalle zone colpite di non recarsi in ufficio lunedì. In generale le grandi aziende — tra le altre A2A, Ibm, Pirelli, Salini Impregilo, PwC, Luxottica, Enel, Eni, Saipem, Snam — hanno stabilito di limitare le trasferte di lavoro e di privilegiare smart working da casa o videoconferenze. Il governo ha stanziato fondi per coprire le ore di cassa integrazione ordinaria dei lavoratori che saranno tenuti a casa”.

La ministra del Lavoro Nunzia Catalfo, ha fatto sapere che il ministero e l’Inps stanno monitorando gli sviluppi e “studiando le contromisure da adottare per i lavoratori delle aziende” dell’area interessate dall’ordinanza. La prima è “quella di concedere loro la Cassa integrazione ordinaria (Cigo): trattandosi di un evento imprevedibile, qual è questo, non c’è bisogno di una norma ad hoc”. Nelle aree più colpite dall’emergenza coronavirus è stata presa anche la decisione di chiudere Università e scuole. E’ il caso degli atenei e delle scuole di Lombardia, Veneto e Trentino, con la seguente identica motivazione: “l’evoluzione della situazione relativa alla diffusione del Coronavirus”.

Sospese anche le gite scolastiche e le visite didattiche in Italia e all’estero per cercare di evitare tutti i possibili focolai di contagio. Tra le misure prese dal Consiglio dei ministri lo stop delle visite didattiche e delle gite.

Così si legge in un comunicato pubblicato dal Miur sul proprio sito Internet:

“Il Consiglio dei Ministri, nella serata di sabato 22 febbraio, ha definito apposite misure per evitare la diffusione del Covid – 19 e ulteriori misure di contenimento. Fra le decisioni adottate, anche quelle relative alla sospensione delle uscite didattiche e dei viaggi di istruzione delle scuole, in Italia e all’estero. Il Ministero dell’Istruzione informa che, in attesa dell’adozione formale dell’ordinanza prevista dal decreto approvato in Consiglio dei Ministri, per motivi precauzionali, i viaggi di istruzione vanno comunque sospesi a partire già da oggi domenica 23 febbraio 2020. Si ringraziano le scuole e i dirigenti scolastici per la collaborazione”.

Intanto la virologa Ilaria Capua, in una intervista esclusiva  rilasciata a Fanpage.it ha fatto il punto della situazione, indicando il modo più opportuno per gestire l’emergenza:

“Nei prossimi giorni, presumibilmente, saranno suggerite una serie di linee guida proposte dalle organizzazioni internazionali che saranno recepite dallo Stato, dalle Regioni, dai Comuni. Noi dobbiamo semplicemente – si fa per dire – fare lo sforzo di rispettare quelle regole. In questo momento non c’è tempo per l’improvvisazione. Non c’è tempo di dire ‘Io non credo a quel che mi dicono le istituzioni’. Non c’è tempo per fake news, teorie del complotto, negozionismo. È un’emergenza sanitaria, questa, che non riguarda noi come singoli, ma che ci riguarda come comunità e come sistema Paese. Noi dobbiamo essere parte della soluzione e non parte del problema”.

E a Milano il sindaco di Milano Giuseppe Sala nel corso di un punto stampa col prefetto trasmesso in diretta da Skytg24, si è così espresso:

“A questo punto anche a livello prudenziale penso che le scuole vadano chiuse a Milano. Proporrò al presidente della Regione di allargare l’intervento a livello di città metropolitana. E’ un intervento prudenziale. Lontano da noi di scatenare alcun tipo di psicosi. Ma visto che alcune scuole nella settimana di Carnevale era già previsto che chiudessero, penso che si possano chiudere per una settimana”.

Sala ha detto oggi di aver “già avvertito la Regione. Potrei farlo io, ma sono confidente che lo farà la Regione perché ne ho già parlato”. Dal canto suo il presidente della Regione Fontana ha comunicato, intervenendo a Skytg24 che “i contagiati in Lombardia sono 89, fra cui l’ultimo, un ragazzo giovane in Valtellina“. Fontana ha aggiunto che “il punto riferimento resta però il focolaio iniziale, quello di Lodi”. E che a livello nazionale secondo Fontana siamo “sopra i 100”.