3.000 multe al giorno con Cerbero: ecco dove e come sfuggire al suo occhio
A Roma Cerbero, sistema IA per la Polizia Locale, fa impennare le multe e divide tra efficienza, sicurezza e polemiche su privacy e diritti.
Fonte immagine: Finanza.com
L’implementazione di Cerbero nel cuore di Roma ha scatenato un vero e proprio fermento tra cittadini e addetti ai lavori. Grazie a un sistema di telecamere bidirezionali e alla intelligenza artificiale, questo innovativo dispositivo consente di emettere sanzioni stradali in tempo reale, trasformando radicalmente la gestione del traffico.
I dati provenienti dai veicoli vengono analizzati all’istante, e gli agenti della Polizia Locale ricevono i risultati su tablet, garantendo un’immediatezza delle contestazioni senza precedenti. È un salto in avanti che porta con sé grandi benefici in termini di efficienza, ma non manca di suscitare perplessità su possibili eccessi di severità.
Un nuovo modo di gestire la circolazione
L’introduzione di questo sistema è frutto di un progetto lungimirante che punta a rafforzare il rispetto del Codice della Strada. Il particolare punto di forza risiede nella capacità di rilevare infrazioni come la doppia fila, la guida con assicurazione non valida o la revisione scaduta.
Un solo passaggio davanti alla camera di Cerbero consente di accertare, con un clic, la regolarità del veicolo. Osservatori esterni hanno sottolineato come ciò si traduca in una maggiore sicurezza stradale, dato che immediatamente si identificano potenziali pericoli. Al contempo, però, alcuni ritengono che la tecnologia non debba fungere da alibi per eccessi di automatismo.
L’impatto sulle sanzioni e le polemiche
Il sistema ha generato oltre un milione di multe nel primo anno, con una media di circa 3.000 al giorno. Tali cifre rivelano quanto la tecnologia possa incidere velocemente sulle abitudini di guida. Le contravvenzioni variano da importi contenuti, destinati ai ciclomotori, a sanzioni più onerose in caso di mancanza di polizza o revisione.
Le associazioni sindacali, tuttavia, denunciano l’eccessivo carattere repressivo del dispositivo, promettendo di sostenere i conducenti nei ricorsi qualora la contestazione avvenga in modo troppo sommario. A ciò si sommano i dubbi sulla tutela della privacy, alimentati dal timore che l’archiviazione massiva di dati possa sfuggire al necessario controllo.
Prospettive future
Nonostante le polemiche, le autorità cittadine difendono la scelta, sostenendo che Cerbero abbia migliorato in modo concreto la fluidità del traffico e la vivibilità delle strade, e guardando già a possibili aggiornamenti futuri. Con un’affinata analisi dei dati e il monitoraggio costante, ci si aspetta di ottenere una sempre maggiore immediatezza delle contestazioni e parallelamente rassicurazioni sulla protezione dei diritti dei cittadini.
In definitiva, la sperimentazione di Cerbero dimostra quanto la tecnologia sia destinata a influenzare profondamente gli strumenti di controllo urbano, inserendosi nel dibattito sul sottile equilibrio tra efficienza amministrativa e salvaguardia delle libertà individuali.
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