Quando ogni prelievo può costare caro: ecco le trappole da evitare
Una semplice distrazione può costarti centinaia di euro. In 2,9 milioni sono stati colpiti nel 2024: i segnali d’allarme da non sottovalutare.
Fonte immagine: Finanza.com
Il gesto quotidiano di prelevare contanti allo sportello può nascondere insidie sempre più sofisticate, come dimostrano i dati allarmanti relativi a 2,9 milioni di italiani raggirati nel 2024. Dietro ogni bancomat potrebbe celarsi un potenziale pericolo, e le truffe legate ai prelievi hanno registrato un incremento del 30% nell’ultimo anno, con circa 880 milioni di euro sottratti.
I malintenzionati non mirano solo a denaro contante, ma anche a informazioni preziose, sfruttando tecniche sempre più avanzate per aggirare i sistemi di sicurezza e confondere gli utenti. L’obiettivo finale è scardinare i comportamenti ordinari, trasformando un’operazione finanziaria comune in una fonte di guadagno illecito.
Le minacce fisiche: dal skimming al cash trapping
Uno dei metodi più diffusi è il skimming, un sistema che utilizza micro-lettori nascosti per clonare i dati della carta. Ma le innovazioni criminose non si fermano: il shimming intercetta le informazioni anche dai chip più moderni, mentre il cash trapping consiste nel bloccare fisicamente le banconote, inducendo la vittima a pensare che la macchinetta sia in errore.
Con queste strategie, i criminali possono ottenere copie di carte o trattenere contanti senza dare nell’occhio. Anche la digitazione del PIN necessita di estrema attenzione, soprattutto in luoghi affollati o poco illuminati. Ogni gesto compiuto davanti allo sportello va ponderato, poiché la minima distrazione può costare caro, pregiudicando la propria sicurezza bancaria.
Gli attacchi digitali: phishing e smishing in ascesa
Non meno pericolosi sono gli assalti su reti virtuali: phishing e smishing sono le nuove frontiere delle frodi informatiche, capaci di ingannare gli utenti con comunicazioni apparentemente legittime. Tra il 2022 e il 2024, questi attacchi hanno fruttato ai malviventi oltre 559 milioni di euro, sfruttando la fiducia che le persone ripongono nei loro istituti di credito.
A cadere nella rete possono essere documenti sensibili, credenziali personali e autorizzazioni a strumenti di pagamenti elettronici. Simili tecniche di ingegneria sociale mostrano quanto la criminalità stia prendendo di mira proprio le interazioni ordinarie, inducendo gli utenti a rivelare informazioni che consentono bonifici e prelievi non autorizzati.
Consapevolezza e protezione a portata di mano
Per difendersi da questo ventaglio di insidie, è fondamentale adottare un approccio vigile. Verificare l’integrità dello sportello, coprire sempre la tastiera al momento dell’inserimento del PIN e preferire luoghi maggiormente sorvegliati rappresentano le prime barriere di difesa. È consigliabile, inoltre, monitorare con regolarità il proprio conto bancario, notificando tempestivamente l’istituto in caso di movimenti sospetti.
Sul fronte digitale, è bene diffidare di qualsiasi messaggio che richieda informazioni personali o bancarie e installare software di protezione sui dispositivi. In un panorama in cui ogni prelievo può celare una minaccia, la chiave risiede nella conoscenza dei rischi e nella determinazione di proteggere i propri risparmi.
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