Quanto siamo disposti a pagare per un caffè? Continuano gli aumenti record
Il prezzo del caffè al bar in Italia cresce del 20% in quattro anni. Ecco dove il prezzo è salito alle stelle (e perché).
Fonte immagine: Finanza.com
Lungo lo Stivale, c’è chi si meraviglia e chi, ormai, ha perso il conto di quanti spiccioli sborsare al bancone. Siamo davanti a una vera e propria impennata: il prezzo del caffè al bar tocca vette che fino a qualche anno fa parevano impensabili, passando da 1,04 euro nel 2021 a 1,25 euro nell’agosto 2025.
Gli esperti del Centro di ricerca sui consumi in collaborazione con Assoutenti parlano di un rincaro del 20,6%, un dato che si traduce in un incremento della spesa nazionale da 6,2 a 7,5 miliardi di euro. Con prospettive non proprio rosee, il costo dell’espresso continua la sua galoppata verso cifre che potrebbero toccare presto i 2 euro a tazzina.
La corsa dei prezzi: segnali di un mercato in tensione
Le testimonianze raccolte da Bolzano a Ferrara confermano un quadro di scompiglio nelle abitudini dei consumatori. Chi si concede quotidianamente il rito mattutino del caffè, oggi si ritrova a fare i conti con una spesa che pesa sul portafoglio. Alcune province, infatti, registrano prezzi vicini a 1,50 euro, e località come Catanzaro, che resiste ancora sotto la soglia di 1 euro, rappresentano sempre più l’eccezione. Questa tendenza, sottolineano gli analisti, genera un impatto significativo non solo sui bar, ma anche sulle catene di ristorazione, obbligate a rivedere le proprie offerte per far fronte alla salita dei costi.
Cosa c’è dietro i rincari: dal clima alle strategie di filiera
Vale la pena ricordare che non si tratta di semplici fluttuazioni di mercato, ma di dinamiche più complesse. I cambiamenti climatici, con la diminuzione delle scorte nei paesi d’origine e i fenomeni meteorologici estremi, hanno ridotto la disponibilità di caffè verde. A ciò si sommano la speculazione finanziaria, l’incertezza politica di alcune aree produttive e i rincari energetici che influenzano i processi di tostatura e distribuzione.
Secondo la European Coffee Federation, questo mosaico di fattori rischia di mettere a dura prova la sostenibilità economica di molte aziende, già impegnate a mantenere standard qualitativi e certificazioni ambientali. Le imprese, inoltre, segnalano l’aumento dei costi delle materie prime, dal confezionamento agli additivi, che contribuisce a gonfiare ulteriormente il prezzo finale.
Uno sguardo al futuro: verso rischi e opportunità
Le previsioni non fanno che confermare la tendenza verso nuovi rincari nei prossimi mesi. Cristina Scocchia di Illycaffè anticipa un ulteriore balzo fra il 15% e il 20%, complice l’aumento delle bollette e l’instabilità internazionale. Una situazione che potrebbe rimescolare del tutto le carte nel rituale nazionale del caffè, spingendo alla riscoperta di alternative o a modificare le abitudini di acquisto.
Resta ora da vedere se i consumatori accoglieranno senza troppi scossoni questa curva al rialzo, oppure se il caffè diventerà un piccolo lusso da concedersi con meno frequenza, in un mercato che sta vivacemente ridefinendo i suoi equilibri. Con la prospettiva di sfiorare i 2 euro a tazzina, l’industria si trova davanti a una sfida cruciale per continuare a garantire gusto, tradizione e, al contempo, margini sostenibili.
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