RC auto, perché i premi salgono e dove conviene di più assicurarsi
Le differenze tra Nord e Sud Italia restano marcate per i premi RC auto, con scarti di 600 euro in alcune province. Cresce l’uso della scatola nera per abbattere le tariffe.
Fonte immagine: Finanza.com
Se guardiamo al panorama assicurativo del nostro Paese, emerge un quadro tanto variegato quanto indicativo: la RC auto resta una tra le voci di spesa più rilevanti per gli automobilisti. Negli ultimi anni, il percorso verso un allineamento con i principali mercati europei ha registrato progressi, ma il margine di differenza rimane ancora consistente. Confrontando il premio medio italiano, pari a circa 286 euro al netto delle imposte, con quello di Francia e Spagna, fermo a 186 euro, e con la Germania (253 euro), balza all’occhio una forbice di costi che stenta a ridursi.
Unica eccezione il Regno Unito, dove il livello dei premi supera leggermente quello nazionale. Inoltre, tra giugno 2023 e giugno 2025, il premio medio è passato da circa 420 a oltre 466 euro, con un aumento di oltre il 10%, segnalando un trend di crescita che potrebbe impattare in modo significativo i bilanci familiari e aziendali.
Tendenza dei premi assicurativi
La crescita del premio assicurativo in Italia evidenzia un fenomeno di grande rilevanza, testimoniato dai dati Ivass che segnalano un incremento annuo di circa il 3,7% nel secondo trimestre 2025. Questo rialzo non solo incide sul portafoglio dei consumatori, ma indica anche un probabile riallineamento delle politiche di prezzo da parte delle compagnie.
Da tempo, infatti, si osserva una graduale convergenza tra la struttura assicurativa italiana e le prassi in uso nei paesi europei di riferimento. Al netto delle tasse, permane tuttavia una distanza rispetto a nazioni come la Francia e la Spagna, rendendo indispensabile per gli automobilisti un confronto attento tra le diverse offerte disponibili sul mercato, soprattutto in un periodo di volatilità economica.
Le differenze territoriali
Tra gli aspetti più evidenti nel mercato assicurativo nazionale spiccano le differenze territoriali, che generano notevoli disparità nei costi. Se in alcune aree del Nord il premio tende a rimanere contenuto, in altre zone, come Napoli, si superano soglie ben più elevate. Rispetto al passato, questo divario sembra in leggera contrazione, ma la forbice permane ancora ampia, attestandosi su differenze di oltre 200 euro tra le province più care e quelle meno care.
Curioso notare come l’installazione della scatola nera rappresenti un incentivo alla riduzione dei premi, arrivando a sfiorare il 56% di adesione in alcune province del Sud, a conferma che l’innovazione telematica può dare un contributo concreto al contenimento delle spese assicurative.
Ruolo delle compagnie dirette e prospettive future
Nel contesto delle offerte sul mercato, le compagnie dirette risultano particolarmente interessanti per molti automobilisti in cerca di risparmio, con tariffe medie di circa 371 euro, contro i 420 euro delle agenzie più tradizionali. Inoltre, oltre il 91% dei contratti propone sconti medi di oltre 200 euro, ulteriore segnale di come gli operatori stiano cercando di fidelizzare i clienti con promozioni mirate.
In prospettiva, la sfida più grande rimane la tensione tra l’esigenza di omogeneizzare i costi assicurativi e la necessità di garantire margini di profitto alle compagnie. Continuare a confrontare le offerte online, valutare dispositivi che incentivino la guida responsabile e prestare attenzione ai trend di prezzo rimangono le strategie più efficaci per affrontare un mercato che, nonostante segnali di maggiore apertura, conserva importanti elementi di rigidità.
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