Riscaldamenti 2025-2026: le regole per accensione, orari e temperature
Torna il calendario ordinario per i riscaldamenti 2025-2026: orari, temperature massime e regole per ogni zona climatica, deroghe e novità.
Fonte immagine: Finanza.com
La nuova stagione invernale segna un ritorno alla normalità per chi si appresta a gestire i riscaldamenti nei mesi più freddi. Gli interventi temporanei introdotti in risposta alle emergenze energetiche precedenti hanno lasciato spazio a un quadro più chiaro, in cui la programmazione degli impianti torna a seguire un calendario d’accensione definito e una gestione del calore calibrata in base alle esigenze reali.
Questa scelta punta a garantire il benessere termico della popolazione, ma con un occhio sempre attento all’uso consapevole delle risorse, favorendo così un equilibrio tra il comfort e il risparmio energetico.
Ripristino delle regole e suddivisione geografica
Nel contesto del ripristino delle normative ordinarie, la suddivisione del territorio in zone climatiche diventa il pilastro su cui si basa l’organizzazione degli orari e dei periodi di accensione degli impianti.
Dalle aree più calde che richiedono tempi minimi di funzionamento, fino a quelle soggette a inverni rigidi dove le ore di funzionamento sono vincolate solo da criteri di sicurezza ed efficienza, ognuna di queste zone segue logiche specifiche. In tal modo, il Paese si riallinea ai parametri previsti dal DPR 74 2013, che fissa le linee guida per regolamentare l’impiego dell’energia termica, definendo con precisione i range di funzionamento degli impianti in base all’area geografica.
Fasce orarie e temperature di esercizio
Secondo le disposizioni vigenti, le ore di attività degli impianti variano a seconda delle esigenze locali, mirate a prevenire sprechi e a sostenere un comfort abitativo adeguato. In queste linee guida rientrano anche le temperature massime raccomandate: 20°C (±2°C) per abitazioni, uffici e istituti scolastici, mentre 18°C (±2°C) rappresentano il riferimento per ambienti industriali.
Tale impostazione, oltre a garantire l’adeguato benessere termico, contribuisce a contenere i consumi, limitando il ricorso a elevati livelli di riscaldamento nelle fasce orarie in cui la domanda energetica risulta più bassa. Per luoghi adibiti a servizi speciali, come ospedali e case di cura, sono previste forme di adattamento degli orari che consentono maggiore flessibilità.
Deroghe e interventi comunali
Nonostante la ripresa delle direttive ordinarie, rimangono alcuni margini di manovra grazie alle deroghe previste in circostanze eccezionali: i Comuni, infatti, possono emettere ordinanze specifiche nel caso di condizioni climatiche anomale o di necessità straordinarie, ampliando o restringendo i periodi di accensione. In tal modo, l’autorità locale mantiene la possibilità di intervenire per equilibrare le esigenze di sostenibilità, sicurezza e tutela della salute dei cittadini.
L’obiettivo è valorizzare l’autonomia decisionale del territorio, in modo da assicurare un utilizzo responsabile e mirato degli impianti di riscaldamento, salvaguardando sia il portafoglio delle famiglie sia la qualità dell’aria. Questo approccio flessibile, in linea con il quadro legislativo attuale, sigilla una stagione in cui efficienza, comfort e vigilanza sul consumo energetico puntano a convivere con armonia.
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