Sempre più vittime di sextortion: l’allarme sul web
Crescono i casi di sextortion in Italia, specie tra minori e uomini: Polizia Postale e associazioni hanno lanciato l'allarme.
Fonte immagine: freepik
Il fenomeno della sextortion sta assumendo proporzioni preoccupanti, coinvolgendo un numero crescente di giovani e giovanissimi, spesso inconsapevoli dei pericoli della rete. A differenza di altre forme di ricatto sessuale online, queste estorsioni mirano quasi esclusivamente all’ottenimento di denaro, e le vittime vengono minacciate con la diffusione di contenuti intimi.
Secondo recenti dati nazionali, si contano già 136 casi segnalati solo nel 2023 a danno di minorenni, e circa il 90% delle vittime appartiene al genere maschile. I giovani tra i 10 e i 17 anni risultano essere i più esposti, anche per via dell’uso precoce dei social network che contribuisce a renderli vulnerabili.
L’impatto di questi abusi va ben oltre il danno economico, arrivando a compromettere il benessere psicologico e la crescita emotiva dei soggetti colpiti. Ecco perché la Polizia Postale raccomanda di non pagare riscatti e di segnalare subito ogni minaccia, affinché sia possibile intervenire prontamente.
Sextortion: le differenze con altre minacce online
La sextortion è spesso finalizzata a ledere la reputazione di una persona diffondendone immagini intime senza consenso, mentre la sextortion si concentra sull’estorsione di denaro o sull’acquisizione di ulteriore materiale sensibile.
In Italia, le statistiche rivelano che questo tipo di aggressione viene spesso perpetrato su più piattaforme simultaneamente, rendendo la rimozione dei contenuti ancora più complessa. Tuttavia, un’ampia rete di supporto si sta sviluppando per contrastare il fenomeno, grazie alla collaborazione tra forze dell’ordine, enti no-profit e professionisti nel settore della sicurezza informatica.
Tra le risorse più citate, spicca PermessoNegato, che offre consulenze legali e un sostegno psicologico mirato. È di fondamentale importanza che le vittime non si isolino e trovino il coraggio di chiedere aiuto, poiché solo con un intervento tempestivo è possibile limitare le conseguenze a lungo termine e ristabilire la serenità della propria vita digitale.
La prevenzione e il ruolo dell’educazione
La tutela dei più piccoli riveste un carattere prioritario, specialmente se si considerano i 206 casi di interazioni sessuali online rilevate tra bambini dai 10 ai 13 anni. Per affrontare queste sfide, è essenziale investire nella educazione digitale, non solo all’interno delle scuole, ma anche nelle famiglie e nelle comunità.
Genitori e insegnanti dovrebbero creare spazi di dialogo aperto, in cui spiegare i rischi connessi a chat, videochiamate e social network, aiutando i minori a riconoscere e segnalare situazioni potenzialmente pericolose. Parallelamente, le istituzioni hanno il dovere di proseguire con campagne di sensibilizzazione e con leggi che inaspriscano le pene per questi crimini, riconoscendone la gravità.
Ogni caso di sextortion, infatti, può avere ripercussioni a lungo termine sulla salute emotiva di chi lo subisce, consolidando un clima di paura e sfiducia verso la tecnologia. Eppure, con un’azione congiunta da parte di autorità, provider di servizi internet e organizzazioni specialistiche, è possibile creare un ambiente sicuro, in cui la crescita personale non venga minata da ricatti e violazioni della privacy. Solo attraverso la collaborazione e una preparazione adeguata potremo sperare di proteggere in modo concreto le nuove generazioni dal pericolo di abusi digitali.
Se vuoi aggiornamenti su Finanza Personale inserisci la tua email nel box qui sotto: