Crisi nocciole in Italia: produzione a rischio, filiera sotto pressione
La produzione di nocciole in Italia affronta una crisi storica tra cali dei raccolti, parassiti e concorrenza estera.
Fonte immagine: Finanza.com
La produzione di nocciole in Italia si trova oggi in un momento delicato, con un deciso stress che ha generato un allarme palpabile tra agricoltori e operatori di settore. Ovunque serpeggia una preoccupazione crescente, complici la riduzione delle rese e l’inevitabile riduzione della competitività sui mercati.
Non stupisce, dunque, che il calo dei raccolti possa raggiungere picchi di oltre metà della produzione abituale, destabilizzando l’intera filiera e mettendo in crisi l’ecosistema produttivo. A fare da contrappeso, la crescente domanda da parte dell’industria dolciaria spinge gli osservatori a interrogarsi su come arginare una situazione che rischia di sfociare in un vero e proprio stallo economico per diverse regioni vocate.
Cause principali
La questione è complessa e affonda le radici, prima di tutto, nei cambiamenti climatici. Sono sempre più frequenti episodi di gelate fuori stagione, lunghi periodi di siccità e precipitazioni disordinate che interferiscono con la fioritura e la maturazione. A peggiorare la situazione, l’azione invasiva della cimice asiatica, un elemento estraneo ai nostri territori, capace di compromettere sensibilmente la qualità del prodotto.
Inoltre, la spinta della concorrenza internazionale si fa sentire: operatori turchi e di altri Paesi propongono prezzi competitivi, sostenuti da un mix di costi contenuti e normative locali meno stringenti. Il quadro diventa ancora più critico se si considera l’aumento dei prezzi generato dalla scarsità di merce italiana, che innesca un circuito vizioso con ripercussioni evidenti a ogni livello della filiera.
Conseguenze sulla filiera
Un aspetto da non sottovalutare riguarda l’occupazione, poiché quando diminuisce la produzione, le aziende agricole si ritrovano costrette a ridurre manodopera e investimenti. Nella stessa direzione vanno le difficoltà di stabilire e mantenere uno standard qualitativo elevato, un tempo fiore all’occhiello dei territori di riferimento.
Nel lungo periodo, la mancanza di interventi mirati potrebbe indebolire la tenuta di un settore che, fino a ora, ha rappresentato un esempio di crescita per molte realtà locali. Non è difficile immaginare come il vuoto di offerta possa favorire solo in parte la permanenza di produttori esteri, finendo per indebolire ulteriormente la competitività del prodotto made in Italy.
Percorsi di ripresa
Per affrontare questa vera e propria emergenza, è cruciale puntare sulla ricerca e sviluppo di nuove varietà più resistenti e tecniche agronomiche innovative. Altrettanto essenziale appare l’erogazione di un adeguato sostegno finanziario per i coltivatori in difficoltà, utile a mantenere vivo l’interesse degli operatori agricoli e ad arginare ulteriori perdite di competitività.
In parallelo, si dovrebbe procedere con la promozione del prodotto italiano, valorizzando gli aspetti di eccellenza già riconosciuti a livello internazionale. Come ulteriore protezione del mercato interno, risulta infine indispensabile un rigoroso controllo sulle importazioni, per assicurare la qualità delle nocciole provenienti dall’estero e tutelare l’intera produzione nazionale da ogni forma di concorrenza sleale.
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