Fisco Che succede se il commercialista fa evasione fiscale?

Che succede se il commercialista fa evasione fiscale?

La Cassazione chiarisce: il contribuente è responsabile per evasione fiscale anche se la dichiarazione è gestita da un commercialista. Ecco cosa cambia.

28 Agosto 2025 09:30

La recente pronuncia della Corte di Cassazione con l’ordinanza n. 13358 del 20 maggio 2025 ha ribadito un principio fondamentale: quando si parla di evasione fiscale, il soggetto che ne risponde rimane sempre il contribuente.

In altre parole, delegare la stesura e la presentazione delle dichiarazioni a un professionista non rappresenta un lasciapassare per eludere eventuali responsabilità legali. Questa indicazione, benché possa sorprendere chi pensava di ridimensionare il proprio coinvolgimento, vuole sottolineare la necessità di mantenere un ruolo attivo e vigile nel processo di compilazione dei documenti. Se qualcosa non torna, restare fermi in un angolo non è una strategia vincente, poiché le conseguenze ricadono inevitabilmente su chi firma la modulistica.

La centralità del contribuente nelle procedure fiscali

La responsabilità contribuente non si dissolve magicamente non appena si consegna la documentazione al proprio commercialista. Anzi, la legge italiana pone l’accento sulla necessità di vigilare in prima persona, perché ogni eventuale irregolarità finirà sotto la lente dell’Agenzia delle Entrate.

Se emergono discrepanze, la mancanza di controllo da parte del contribuente non costituisce una giustificazione: l’idea che eventuali errori procedurali siano interamente imputabili al professionista è destinata a cadere, specialmente alla luce di interpretazioni sempre più restrittive da parte degli organi competenti. In questo contesto, le sanzioni economiche, ossia le sanzioni fiscali, possono aggredire sia il patrimonio personale sia quello aziendale, senza lasciare spazio a un riparo automatico.

Attenzione e trasparenza nei rapporti con il professionista

Per evitare brutte sorprese, è cruciale che il contribuente collabori attivamente con il proprio consulente, offrendo informazioni precise e verificando la correttezza della documentazione preparata. Una revisione attenta delle dichiarazioni fiscali e un confronto regolare su voci di spesa, detrazioni e crediti fiscali favoriscono una maggiore consapevolezza.

L’approccio collaborativo non solo aiuta a prevenire eventuali rilievi da parte degli organi di controllo, ma riduce anche il rischio di incorrere in penalità onerose. In sostanza, mantenere un dialogo aperto e pretendere chiarezza in ogni passaggio amministrativo rappresenta un’assicurazione su possibili contestazioni future.

Conseguenze legali e raccomandazioni finali

Quando si paventano illeciti o discrepanze nelle dichiarazioni, la responsabilità penale e amministrativa rimane una questione di primo piano. L’ordinanza della Suprema Corte evidenzia che, in assenza di un “danno incolpevole” — ossia l’impossibilità di rilevare tempestivamente l’errore nonostante tutte le opportune precauzioni — l’onere di rispondere di eventuali violazioni spetta in ultima analisi a chi presenta la dichiarazione.

Per questa ragione, scegliere consulenti di fiducia è essenziale, ma non sufficiente a garantire protezione. Occorre un controllo assiduo, un monitoraggio continuo delle procedure e una verifica scrupolosa di ogni voce inserita nei vari modelli. Tenendo conto di queste linee guida, il contribuente può tutelarsi in modo più efficace, mostrando la dovuta diligenza ed evitando così sorprese spiacevoli sul piano legale ed economico.

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