Finanza Personale Conti deposito, BFP e BTP: quale investimento a basso rischio conviene di più?

Conti deposito, BFP e BTP: quale investimento a basso rischio conviene di più?

Scopri quale investimento a basso rischio conviene tra conti deposito, buoni fruttiferi postali e BTP. Analisi di rendimenti, tassazione e liquidità.

26 Luglio 2025 11:30

La scelta di un investimento a basso rischio ruota attorno all’obiettivo di garantire stabilità e, allo stesso tempo, raccogliere frutti interessanti nel medio termine. Spesso chi predilige un approccio prudente vuole tutelare i propri risparmi e avere la certezza di un guadagno costante, anche se non particolarmente elevato.

Tuttavia, una strategia oculata non è solo questione di aspettative sui rendimenti: entrano in gioco fattori come la facilità di gestione, la sicurezza dell’ente emittente e la flessibilità di uscire anticipatamente dall’investimento. Pensare ai possibili sviluppi futuri permette di impostare un piano finanziario robusto e adattabile.

Le opportunità nei conti deposito e nei buoni fruttiferi

I conti deposito vincolati possono rappresentare la soluzione perfetta per chi vuole massimizzare il guadagno su un orizzonte temporale prestabilito. Con tassi che possono raggiungere livelli prossimi al 4% su scadenze pluriennali, queste formule offrono un rendimento netto spesso vantaggioso. Il rovescio della medaglia è che la liquidità può risultare ridotta, perché il disinvestimento anticipato comporta penalizzazioni sui tassi.

D’altro canto, i buoni fruttiferi postali, emessi da Cassa Depositi e Prestiti e garantiti dallo Stato, offrono tassi leggermente inferiori, ma presentano il vantaggio di una vasta gamma di durate tra cui scegliere, con un meccanismo di accumulo degli interessi che li rende estremamente semplici da chiudere o rimborsare.

I titoli di Stato e la loro flessibilità

BTP e titoli di Stato analoghi permettono di ottenere un risultato soddisfacente, soprattutto se si punta su emissioni specifiche come i BTP indicizzati all’inflazione o i BTP Valore, che premiano la costanza dell’investitore. Grazie alla possibilità di vendere i titoli sul mercato secondario, si lascia spazio a un certo livello di gestione attiva, pur esponendosi alle variazioni di prezzo.

L’elemento di forza di questi strumenti sta nell’emittente statale, una garanzia di stabilità per molti investitori prudenti, a cui si affianca una meccanica di rendimento prevedibile.

L’importanza della tassazione e delle preferenze personali

L’ultimo, ma cruciale, fattore da considerare è la tassazione. Le aliquote sul capital gain e sugli interessi percepiti variano: tassi di imposta ridotti (12,5%) si applicano a buoni fruttiferi e titoli di Stato, mentre per i conti deposito si sale al 26%.

Questa differenza può incidere in maniera sensibile sui guadagni, soprattutto nel lungo termine, e andrebbe valutata assieme alle priorità personali. Chi è disposto a bloccare il proprio denaro per un periodo prolungato cercherà di massimizzare la performance netta; chi, invece, ha bisogno di maggiore flessibilità, preferirà soluzioni più immediate e liquide. In definitiva, la chiave sta nel ponderare con attenzione le proprie necessità, i tempi di investimento e le prospettive di crescita dei differenti prodotti disponibili.

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