Finanza Personale Rider sotto il sole: Glovo lancia il bonus caldo ma i sindacati lanciano l’allarme

Rider sotto il sole: Glovo lancia il bonus caldo ma i sindacati lanciano l’allarme

Glovo lancia un bonus per i rider durante il caldo estremo, ma i sindacati sollevano preoccupazioni sulla sicurezza e sui costi aziendali.

3 Luglio 2025 11:40

L’estate si avvicina e, come spesso accade nella gig economy, le novità non mancano mai: questa volta è Glovo a far parlare di sé, introducendo il tanto discusso bonus caldo. Un’iniziativa che, se da un lato promette compensi extra ai rider impegnati sotto il sole cocente, dall’altro solleva non poche perplessità sul fronte della sicurezza lavoro.

In un contesto dove la tutela dei lavoratori è già spesso oggetto di dibattito, questa mossa rischia di diventare il classico cerino acceso vicino a una polveriera, alimentando le tensioni tra azienda e sindacati.

Bonus caldo: tra incentivo e rischio

A partire dal 1° luglio 2025, i rider che sceglieranno di consegnare con temperature da record potranno beneficiare di incrementi percentuali sulle consegne: si parte dal 2% per giornate tra i 32°C e i 36°C, si sale al 4% tra i 36°C e i 40°C, e si arriva a un corposo 8% oltre i 40°C.

Oltre a ciò, è previsto un rimborso per l’acquisto di protezioni essenziali, come creme solari e acqua, ma attenzione: i rimborsi saranno disponibili solo a settembre, lasciando i lavoratori a dover anticipare di tasca propria le spese durante i mesi più caldi. Un dettaglio che non è passato inosservato agli occhi più attenti e che solleva ulteriori dubbi sulla reale efficacia della misura.

La reazione dei sindacati: allarme e richieste

Non si è fatta attendere la risposta dei sindacati, con Nidil Cgil in prima linea nel denunciare quella che definisce una “pericolosa deriva”. Secondo il sindacato, nessun incentivo economico può giustificare l’esposizione dei lavoratori a condizioni estreme, e la priorità dovrebbe essere la sospensione delle attività durante le ondate di calore più intense.

La questione della sicurezza lavoro torna quindi prepotentemente al centro del dibattito, ricordando a tutti che la salute non può essere barattata con qualche euro in più.

Gig economy sotto la lente: flessibilità o precarietà?

Da parte sua, Glovo difende il bonus caldo come misura di compensazione, sottolineando la flessibilità del proprio modello e la libertà di scelta dei rider. Tuttavia, il tema si inserisce nel più ampio discorso sulle condizioni della gig economy, dove il confine tra autonomia e precarietà si fa sempre più sottile.

Esperienze recenti, come quelle vissute in Spagna, dimostrano che il vento può cambiare in fretta: qui Glovo è stata costretta a riclassificare i rider come dipendenti, con ripercussioni non solo economiche ma anche reputazionali. In Italia, il rischio è che questa nuova iniziativa apra la strada a ulteriori contenziosi e mini la fiducia di investitori e lavoratori, rendendo ancora più urgente una riflessione collettiva sulla tutela della sicurezza lavoro nella gig economy.

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