Guida in stato di ebbrezza: ecco il decreto alcolock
Il decreto Salvini introduce l'alcolock per i recidivi: scopri costi, funzionamento e implicazioni economiche.
Fonte immagine: ansa
Un nuovo capitolo si apre per chi viene sorpreso alla guida in stato di ebbrezza: arriva il giro di vite tanto atteso e discusso, destinato a cambiare le regole del gioco sulle nostre strade. La stretta è stata sancita dal decreto Salvini, che introduce una misura tanto innovativa quanto controversa: l’obbligo di installazione dell’alcolock, un dispositivo in grado di impedire l’avvio dell’auto se il conducente ha alzato il gomito. Ma dietro l’intento di rafforzare la sicurezza stradale, si nascondono non poche ombre, tra costi salati, problemi tecnici e dubbi di legittimità.
Alcolock: come funziona e chi deve installarlo
Il cuore del provvedimento ruota attorno all’alcolock, una tecnologia già diffusa in altri Paesi europei e ora pronta a fare il suo debutto sulle nostre vetture. Il dispositivo, dotato di un sensore elettrochimico ad alta precisione, si attiva ogni volta che si tenta di mettere in moto l’auto: basta un soffio per capire se si può partire o se, invece, il motore resterà muto.
L’obbligo scatta per chi è stato pizzicato almeno una volta con un tasso alcolemico superiore a 0,8 g/l, e durerà ben due anni. Un periodo lungo, durante il quale il conducente dovrà convivere con un controllo costante, a proprie spese. E qui sta il primo nodo: il costo, che si aggira intorno ai 2.000 euro più manutenzione, resta tutto sulle spalle del trasgressore.
Vecchie auto e nuove sfide: i limiti della misura
Non sono mancati i malumori, soprattutto tra gli addetti ai lavori. Da un lato, le associazioni come l’AIPED mettono le mani avanti, paventando una raffica di ricorsi e contenziosi legali. Dall’altro, chi opera nelle officine – come i Federcarrozzieri – sottolinea un problema tutto italiano: il nostro parco auto è tra i più anziani d’Europa e, per molti veicoli, l’installazione dell’alcolock rischia di essere un miraggio tecnico. In sostanza, una misura pensata per aumentare la sicurezza stradale potrebbe rivelarsi un’arma spuntata, almeno per una fetta consistente di automobilisti.
Impatto economico e prospettive future
Sul fronte economico, la bilancia pende da due lati: se da una parte i recidivi dovranno mettere mano al portafoglio, dall’altra si apre un nuovo mercato per chi produce e installa questi dispositivi alcolock.
Ma attenzione: le criticità tecniche e i possibili ostacoli giuridici rischiano di ridimensionare gli effetti positivi attesi dal decreto Salvini. Insomma, la strada verso una maggiore sicurezza stradale è ancora tutta in salita, tra buone intenzioni e una realtà che, come spesso accade, presenta più di una buca da evitare.
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