Made in Italy, nuove regole UE per la certificazione IGP
Dal 2025, l'IGP includerà prodotti artigianali e industriali italiani, rafforzando il Made in Italy sui mercati globali.
Fonte immagine: Finanza.com
Un nuovo capitolo si apre per il Made in Italy: dal 1° dicembre 2025, la storica certificazione IGP abbraccerà anche il mondo dei prodotti artigianali e industriali. Una svolta che segna un cambio di passo decisivo, proiettando eccellenze come gioielli, vetro, porcellana, tessuti e pelletteria sotto i riflettori di una tutela che, fino a ieri, era riservata soltanto al settore agroalimentare.
L’Italia, da sempre regina della manifattura di qualità, si trova ora a guidare la classifica europea, forte di ben 92 produzioni che potranno ambire a questo prestigioso riconoscimento, lasciandosi alle spalle competitor come Spagna, Germania e Francia.
Le novità del Regolamento UE 2023/2411
Il nuovo Regolamento UE 2023/2411 spalanca le porte a un orizzonte di opportunità inedite per il comparto manifatturiero. D’ora in avanti, ottenere la IGP significherà poter contare su una protezione legale rafforzata, capace di difendere la specificità dei prodotti contro imitazioni e contraffazioni.
I requisiti sono chiari: origine da un’area geografica definita, caratteristiche uniche legate al territorio e almeno una fase di lavorazione effettuata nella zona di provenienza. In sostanza, una garanzia di autenticità che valorizza l’intreccio tra saper fare e radici locali, vero cuore pulsante del Made in Italy.
Come ottenere la certificazione: un percorso strutturato
Il cammino verso la IGP si articola in tre tappe fondamentali: innanzitutto, la creazione di un’associazione rappresentativa di tutti i produttori interessati, eventualmente con il coinvolgimento di enti locali; quindi, la stesura di un disciplinare produttivo dettagliato, che definisca ogni aspetto del processo; infine, la presentazione della domanda tramite l’autorità nazionale all’EUIPO, in attesa del via libera definitivo.
A dare una spinta concreta a chi desidera intraprendere questo percorso, il MIMIT ha stanziato un fondo di 3 milioni di euro, in grado di coprire fino all’80% delle spese di consulenza, con un tetto massimo di 30.000 euro per ciascuna associazione. Un aiuto tangibile per chi punta a fare della qualità la propria bandiera.
Vantaggi economici e competitivi per il Made in Italy
L’estensione della IGP rappresenta un’occasione da non lasciarsi sfuggire: non solo accresce il valore commerciale dei prodotti certificati, ma agevola anche l’accesso ai mercati internazionali, aprendo nuove strade all’export.
Senza dimenticare la possibilità di ottimizzare i costi grazie a sinergie tra produttori, un aspetto tutt’altro che secondario in un contesto sempre più competitivo. In definitiva, questa innovazione normativa mette a disposizione delle imprese italiane uno strumento concreto per rafforzare la propria identità e giocare da protagoniste sui mercati globali, esaltando tradizioni, competenze e passione che fanno del Made in Italy un marchio inimitabile.
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