Finanza Personale Riarmo NATO: impatto su debito e deficit dell’Italia

Riarmo NATO: impatto su debito e deficit dell’Italia

La NATO richiede il 5% del PIL per la difesa entro il 2035. L'Italia affronta sfide finanziarie tra spese militari alte e debito pubblico.

1 Luglio 2025 10:00

Triplicare la spesa per la difesa NATO entro il 2035: una sfida che rischia di sembrare un salto nel vuoto per l’Italia. In un contesto dove il debito pubblico già pesa come un macigno, le nuove direttive imposte dall’Alleanza Atlantica suonano come un campanello d’allarme: portare la spesa militare al 5% del PIL in poco più di dieci anni, mentre le casse dello Stato sono già messe a dura prova. Una partita tutta da giocare, in cui la credibilità internazionale si intreccia con la tenuta sociale ed economica del Paese.

Se oggi l’Italia investe appena l’1,6% del proprio PIL nella spesa per la difesa NATO, la prospettiva di arrivare al 5% impone una marcia forzata senza precedenti. Si parla di circa quattordici miliardi di euro in più ogni anno, una cifra che lascia pochi margini di manovra.

I conti sono presto fatti: dagli attuali 33,4 miliardi si passerebbe a 145 miliardi nel 2035, con un impatto devastante sul debito pubblico, già proiettato verso il 147% del PIL entro il 2030. In un simile scenario, la domanda che sorge spontanea è: dove trovare le risorse senza mettere in ginocchio la spesa sociale o aumentare la pressione fiscale?

Riarmo NATO: strategie tra promesse e realtà

Il governo, guidato da Giorgia Meloni, si affida alla flessibilità concessa dalla NATO e assicura che nessun euro verrà sottratto ad altre priorità. Ma le rassicurazioni rischiano di rimanere lettera morta senza un piano concreto.

Tra le proposte più discusse spicca quella del ministro Crosetto: emettere obbligazioni garantite dall’Unione Europea, una soluzione che permetterebbe di spalmare l’impatto sui conti pubblici. Tuttavia, resta il nodo della trasparenza sulle modalità di finanziamento e sulle ricadute future, un tema che l’opposizione cavalca chiedendo chiarezza e rigore.

Il bivio tra sicurezza e stabilità economica

L’adeguamento agli standard NATO rappresenta un banco di prova senza precedenti per l’Italia, costretta a bilanciare la necessità di rafforzare la propria spesa con l’imperativo di non aggravare ulteriormente il debito pubblico. In gioco non c’è solo il rispetto degli impegni internazionali, ma anche la capacità di mantenere la coesione sociale e la fiducia dei mercati.

Il rischio, concreto, è quello di ritrovarsi con un Paese più sicuro sulla carta, ma più fragile sul piano economico. Una sfida che, mai come oggi, richiede visione, responsabilità e un coraggio politico che vada oltre gli annunci.

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