Lavoro Pensioni Pensione provvisoria INPS: come funziona e cosa sapere

Pensione provvisoria INPS: come funziona e cosa sapere

Tutto sulla pensione provvisoria INPS: calcolo, tempistiche per la definitiva e differenze negli importi. Guida completa per i pensionati.

9 Giugno 2025 09:00

Nel complesso e spesso tortuoso percorso che porta dalla fine della carriera lavorativa al tanto agognato assegno previdenziale, esiste una fase di transizione che coinvolge moltissimi italiani: la pensione provvisoria. Un passaggio che, per quanto temporaneo, racchiude in sé una serie di sfumature, di attese e, non di rado, di dubbi che possono far sentire il pensionato come in una sorta di limbo, sospeso tra il passato lavorativo e il futuro da pensionato vero e proprio.

L’INPS, nel suo ruolo di garante della sicurezza sociale, si trova spesso a dover conciliare due esigenze apparentemente inconciliabili: da un lato la necessità di garantire un reddito immediato a chi ha concluso la propria attività lavorativa, dall’altro l’obbligo di effettuare tutte le verifiche necessarie per evitare errori nel calcolo della pensione. Ecco allora che entra in scena questo strumento, la pensione provvisoria, che funge da “paracadute” per i nuovi pensionati, consentendo loro di ricevere subito un assegno, seppur ridotto, mentre l’istituto completa le sue verifiche.

Cos’è la pensione provvisoria e come si calcola

La pensione provvisoria, per sua natura, si rivolge in particolare a quei casi in cui la storia contributiva del lavoratore si presenta articolata: basti pensare a chi ha effettuato ricongiunzioni, totalizzazioni o cumuli di periodi assicurativi. In queste situazioni, il percorso che porta al calcolo definitivo della pensione può richiedere tempi non trascurabili, e qui si inserisce la funzione di tutela di questo strumento. L’INPS, in sostanza, anticipa una parte dell’assegno, generalmente pari al 90% della stima finale, garantendo così una certa continuità reddituale.

Un elemento di grande rilievo è rappresentato dal cosiddetto sistema misto di calcolo della pensione, che si applica a chi ha maturato almeno 18 anni di contributi prima del 1996. In questo caso, il calcolo avviene secondo una doppia logica: da un lato si applica il metodo retributivo per i contributi versati fino al 31 dicembre 2011, dall’altro si passa al metodo contributivo per quelli successivi al 1° gennaio 2012. Una vera e propria “alchimia” normativa, che mira a trovare il giusto equilibrio tra le diverse fasi della vita lavorativa.

La normativa, tuttavia, stabilisce un principio fondamentale: l’importo della pensione calcolato con il sistema misto non può superare quello determinato esclusivamente con il metodo retributivo. Di conseguenza, l’INPS è chiamata a effettuare un doppio calcolo, optando per l’importo più basso tra i due risultati. È proprio questa complessità a giustificare la necessità di un periodo di attesa, durante il quale viene erogata la pensione provvisoria. Un periodo che, secondo le tempistiche di pensione più diffuse, può oscillare tra sei mesi e un anno, a seconda della complessità della posizione assicurativa.

L’importo della pensione provvisoria potrebbe cambiare

Durante questa fase di transizione, il pensionato percepisce un assegno che, pur essendo inferiore rispetto a quello definitivo, rappresenta comunque una boccata d’ossigeno. La cifra, fissata di norma al 90% della stima, è pensata proprio per evitare bruschi cambiamenti nella situazione economica dell’interessato. È importante sottolineare che, al termine delle verifiche, potrebbero emergere differenze tra quanto già percepito e quanto effettivamente spettante: se la pensione definitiva dovesse risultare superiore, l’INPS provvederà a liquidare gli arretrati; in caso contrario, l’assegno verrà semplicemente ridotto, senza che il pensionato sia tenuto a restituire quanto già incassato.

Questa dinamica, seppur poco conosciuta ai più, rappresenta una delle tante “zone grigie” del nostro sistema previdenziale. Da un lato, si tutela il diritto a non subire interruzioni nel percepimento di un reddito, aspetto fondamentale soprattutto per chi non può contare su altre fonti di sostentamento. Dall’altro, si garantisce la necessaria accuratezza nel calcolo della pensione, evitando che errori o omissioni possano avere ripercussioni nel lungo periodo.

Non bisogna dimenticare, inoltre, che la pensione provvisoria può diventare una sorta di “banco di prova” per comprendere, in anticipo, quale sarà l’ammontare effettivo della propria pensione definitiva. Un’occasione, insomma, per iniziare a pianificare con maggiore consapevolezza il proprio futuro economico, tenendo conto delle possibili variazioni che potranno intervenire al termine delle verifiche.

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