Fisco Tasse e imposte Notifica Agenzia Entrate sul bollo auto: truffa o debito reale? Scoprilo ora

Notifica Agenzia Entrate sul bollo auto: truffa o debito reale? Scoprilo ora

Scopri come gestire le notifiche dell'Agenzia Entrate per il bollo auto non pagato. Informazioni su prescrizione, difesa e autenticità.

4 Giugno 2025 16:02

Negli ultimi mesi, tra gli automobilisti italiani, si è diffuso un vero e proprio clima di allarme: le notifiche dall’Agenzia Entrate stanno invadendo le cassette postali, spesso sotto forma di raccomandate verdi.

Chi pensava di aver archiviato definitivamente la questione bollo auto si ritrova invece, suo malgrado, a dover fare i conti con richieste di pagamento che risalgono a periodi ormai lontani, in molti casi precedenti al 2019. E qui la confusione regna sovrana: da una parte, c’è chi non ha mai ricevuto alcun sollecito precedente e ora si trova a dover decifrare comunicazioni dai toni perentori; dall’altra, non mancano coloro che si imbattono in dati palesemente errati o incongruenti. In un simile scenario, dove la burocrazia sembra voler mettere i bastoni tra le ruote, conoscere i propri diritti diventa una vera e propria arma di difesa.

Ti è arrivata una raccomandata verde sul bollo? Ecco cosa fare subito

Partiamo da un punto che spesso sfugge: la prescrizione del bollo auto. Ebbene sì, la legge parla chiaro: il bollo si prescrive dopo tre anni. Il calcolo, però, non è immediato come si potrebbe pensare. La prescrizione inizia a decorrere dal primo gennaio dell’anno successivo a quello in cui il pagamento era dovuto. Facciamo un esempio concreto: se il bollo doveva essere pagato nel 2020, la prescrizione scatta il 31 dicembre 2023, a meno che nel frattempo non siano stati notificati atti interruttivi come avvisi o cartelle esattoriali. Un dettaglio che, se ignorato, può fare la differenza tra il dover pagare o il poter tirare un sospiro di sollievo.

Ma attenzione: se la comunicazione arriva dopo la scadenza dei termini di prescrizione, non tutto è perduto. È possibile, infatti, contestare la richiesta tramite un’istanza di annullamento o, nei casi più complessi, ricorrere alla Corte di Giustizia Tributaria. Prima di agire, però, è fondamentale esaminare con la massima attenzione le date riportate nella comunicazione ricevuta. Non lasciatevi cogliere impreparati: un controllo puntuale può evitare spiacevoli sorprese.

Bollo auto e prescrizione: come difenderti dalle richieste dell’Agenzia Entrate

Nel marasma di lettere e richieste, il contribuente ha dalla sua parte strumenti efficaci. Se si ritiene che la richiesta sia infondata o errata, si può impugnare l’atto entro 60 giorni dalla notifica, oppure avviare una procedura di autotutela. Come? Segnalando eventuali errori all’ente emittente tramite PEC o raccomandata A/R. In caso di mancata risposta o rigetto dell’istanza, resta sempre la possibilità di ricorrere formalmente. E qui vale la pena ribadire: non è il caso di lasciar correre, perché ignorare queste comunicazioni può portare a conseguenze ben più gravi, come il fermo amministrativo del veicolo o addirittura il pignoramento dei beni.

Un altro aspetto da non sottovalutare riguarda la sicurezza. In questo periodo circolano numerose false notifiche che imitano in modo quasi perfetto quelle ufficiali. Come tutelarsi? Il primo passo è verificare sempre il codice identificativo dell’atto, confrontandolo con le informazioni disponibili sui canali ufficiali dell’Agenzia. Solo così si può evitare di cadere nella trappola di truffatori senza scrupoli.

E per chi, magari a causa di difficoltà economiche, si trova nell’impossibilità di saldare il debito in un’unica soluzione? Nessun panico: la normativa prevede la possibilità di accedere alla rateizzazione dei debiti fino a 72 rate mensili, per importi complessivi non superiori a 60.000 euro. È sufficiente presentare un’apposita istanza presso gli uffici dell’Agenzia delle Entrate o, in alternativa, utilizzare il portale ufficiale. Un’opportunità da cogliere al volo per evitare di trovarsi schiacciati da una richiesta che, altrimenti, potrebbe mettere in ginocchio il bilancio familiare.

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