Panetta avverte: i dazi possono togliere un punto di PIL mondiale
Il governatore Panetta esplora i rischi economici globali e le priorità italiane: debito, energia, demografia e innovazione.
In un momento storico in cui l’economia globale si trova sospesa tra speranze e timori, le parole di Fabio Panetta, governatore della Banca d’Italia, suonano come un campanello d’allarme per chi guarda con attenzione agli equilibri internazionali e ai destini dell’Italia. Nelle sue Considerazioni finali, Panetta ha tracciato una panoramica lucida e, a tratti, impietosa: le ombre che si allungano sull’orizzonte sono molteplici, e la strada verso una stabilità duratura appare ancora in salita.
Al centro del discorso, si staglia il tema dei dazi commerciali che, come nuvole minacciose, rischiano di scaricare un temporale sul commercio mondiale. Secondo Panetta, le tensioni in atto potrebbero costare quasi un punto percentuale di crescita in appena due anni, incidendo già oggi su circa il 5% degli scambi globali. Un dato che non lascia spazio a interpretazioni: il protezionismo e le dispute tra le grandi potenze non solo minano la fiducia, ma rischiano di inceppare il motore stesso della crescita. E se da un lato si osserva il persistente surplus americano nei servizi digitali verso l’Europa, dall’altro le controversie continuano a concentrarsi, quasi ossessivamente, sugli scambi di beni materiali, lasciando intendere che la guerra commerciale sia tutt’altro che archiviata.
Crisi globale in vista? Panetta lancia l’allarme sui dazi e la crescita in bilico
Ma se il panorama internazionale appare incerto, anche sul fronte interno la situazione non è meno delicata. Il debito pubblico italiano, infatti, resta una zavorra difficile da alleggerire. Nonostante le recenti valutazioni favorevoli delle agenzie di rating, Panetta non si lascia andare a facili entusiasmi: il risanamento dei conti, sottolinea, è appena agli inizi e il cammino sarà tutt’altro che breve. A complicare ulteriormente il quadro, si affacciano all’orizzonte nuove pressioni: l’invecchiamento demografico, le spese crescenti per la difesa e, soprattutto, le sfide poste dalla transizione energetica e digitale. Temi che non possono più essere rimandati e che richiedono una strategia lungimirante, capace di coniugare rigore e innovazione.
In questo scenario, il ruolo del sistema bancario assume una centralità che va ben oltre i bilanci. Panetta lo dice senza mezzi termini: eventuali fusioni tra istituti devono rispondere a logiche di mercato, ma soprattutto devono generare valore reale per l’economia. Un monito che vale sia per chi siede nei consigli di amministrazione, sia per chi guarda alle banche come a un pilastro della tenuta sociale. Fortunatamente, il governatore rassicura sulla solidità degli istituti italiani, sottolineando come siano oggi ben patrimonializzati e in grado di affrontare le turbolenze senza timori eccessivi. Un dettaglio, questo, che non sfugge agli osservatori più attenti e che restituisce un minimo di serenità in un quadro per il resto piuttosto agitato.
Perché il futuro economico dell’Italia dipende dalle scelte di oggi
Non meno rilevante, nella visione di Panetta, è il tema della immigrazione regolare. In un’Italia che invecchia e che fatica a trattenere i propri giovani, il governatore invita a considerare l’immigrazione non come un problema, ma come una risorsa preziosa. Gestire i flussi in modo razionale e creare opportunità per le nuove generazioni diventa così una priorità strategica, capace di incidere sul futuro stesso del Paese. Un messaggio chiaro, che invita a superare vecchi pregiudizi e a guardare avanti con coraggio.
Sul fronte delle opportunità, spicca il Pnrr, vero e proprio volano per il rilancio dell’economia. Secondo Panetta, l’attuazione efficace del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza potrebbe portare benefici fino allo 0,5% del PIL nel biennio 2025-2026. Ma il governatore non si limita a snocciolare cifre: mette in guardia sulla necessità di accelerare la semplificazione delle autorizzazioni per i nuovi impianti e di puntare con decisione sulle fonti pulite. Solo così, sottolinea, sarà possibile ridurre in modo strutturale il costo dell’energia e rendere il sistema produttivo più competitivo.
Non manca, infine, un appello all’Europa. Panetta invita a superare i particolarismi nazionali e a rafforzare il coordinamento tra gli Stati membri, ricordando che un sistema internazionale fondato esclusivamente sui rapporti di forza non può garantire stabilità nel lungo periodo. Il governatore mette anche in evidenza le incertezze che gravano sul futuro del dollaro come valuta di riserva globale, segnalando che il quadro geopolitico è tutt’altro che statico e che occorre prepararsi a scenari in continua evoluzione.
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