Giugno 2025: un mese di scioperi in Italia
Giugno 2025 sarà un mese di scioperi in Italia, con proteste in trasporti, sanità e vigilanza per rivendicare condizioni lavorative migliori.
Un mese che si annuncia incandescente, quello di giugno 2025, destinato a entrare nei libri di storia come il periodo degli scioperi: una lunga scia di mobilitazioni, tensioni e braccia incrociate che promette di scuotere dalle fondamenta l’intero sistema produttivo italiano.
Se qualcuno pensava che le agitazioni fossero solo episodi sporadici, dovrà ricredersi: la mappa delle proteste disegna un vero e proprio mosaico di settori coinvolti, dalla mobilità urbana alla sanità, dai trasporti ferroviari alla vigilanza privata, con ripercussioni che potrebbero arrivare a sfiorare la paralisi del Paese.
Scioperi a giugno di Poste e trasporti
Il sipario si alzerà il 1° giugno a Genova, dove il personale dell’azienda di trasporto pubblico Amt darà il via a 24 ore di sciopero. Una decisione che, già dalle prime ore del mattino, farà sentire il suo peso sui cittadini, costretti a rivedere i propri piani e a confrontarsi con l’inevitabile disagio. Il sindacato Cub, protagonista di questa prima ondata, ha scelto fasce orarie ben precise, sia in ambito cittadino che provinciale, per massimizzare l’impatto e attirare l’attenzione su una questione che non può più essere ignorata: la necessità di un radicale miglioramento delle condizioni lavorative.
Ma la vera valanga arriverà il 3 giugno, quando la protesta si allargherà a macchia d’olio. In quella data, i riflettori saranno puntati sul personale addetto alla manutenzione di Rfi: un settore chiave che, se bloccato, rischia di mandare in tilt l’intera rete ferroviaria nazionale. Non è un caso se proprio il comparto trasporti è stato scelto come uno dei fronti principali di questa mobilitazione: ogni treno fermo, ogni autobus che salta una corsa, ogni convoglio che rimane in deposito diventa il simbolo di una richiesta collettiva che sale dal basso e chiede risposte concrete.
Lo stesso giorno, però, la protesta si farà sentire anche altrove. I dipendenti di Poste Italiane, gli operatori sanitari napoletani e i lavoratori dell’Arst in Sardegna si uniranno al coro delle rivendicazioni, dando vita a una giornata di mobilitazione diffusa che promette di mettere a dura prova la tenuta dei servizi essenziali. Qui, il termine sanità assume un peso specifico ancora maggiore: quando chi lavora negli ospedali e nei presidi territoriali decide di fermarsi, il messaggio è chiaro e non può essere sottovalutato.
La settimana proseguirà con altre tappe fondamentali: il 4 giugno sarà la volta dei dipendenti Gts Rail, impegnati nel trasporto merci ferroviario, mentre in Toscana il personale delle Autolinee sospenderà il servizio per quattro ore nelle province di Firenze, Pistoia e Prato. E come se non bastasse, il 6 giugno toccherà al settore della vigilanza privata, con uno sciopero nazionale che coinvolgerà soprattutto i dipendenti della Btv del gruppo Battistolli. Qui la posta in gioco è altissima: la sicurezza dei luoghi di lavoro, la tutela dei lavoratori che ogni giorno garantiscono la protezione di beni e persone, e che ora chiedono maggiore attenzione e rispetto.
Scioperi anche nella sanità e nella vigilanza
Ma il calendario delle agitazioni non si ferma certo qui. Il 13 giugno, infatti, sarà una data da segnare in rosso: proteste nel trasporto aereo e ferroviario, con il personale di Assohandlers e Aviation Service che incrocerà le braccia all’aeroporto di Venezia, mentre gli autisti Sea sciopereranno negli scali milanesi di Linate e Malpensa. In parallelo, il personale non medico dell’ospedale San Raffaele di Milano darà vita a una giornata di mobilitazione che rischia di avere effetti a catena su tutto il comparto sanitario lombardo.
Tra il 14 e il 15 giugno, il testimone passerà ai ferrovieri sardi e al personale mobile di Trenitalia in Piemonte e Valle d’Aosta, mentre a Napoli i dipendenti Anm si fermeranno per quattro ore, mettendo in discussione la regolarità dei servizi urbani. Il 16 giugno, invece, la protesta si sposterà sul fronte energetico, con i lavoratori di Enel Green Power in Lombardia pronti a far sentire la propria voce, mentre in Puglia si tornerà a parlare di vigilanza privata e delle condizioni spesso difficili in cui operano i suoi addetti.
Il 20 giugno è previsto uno sciopero nazionale generale in vari settori
Il vero culmine, però, arriverà il 20 giugno, quando il sindacato Usb, insieme a Fisi e Cub, ha proclamato uno sciopero generale nazionale che coinvolgerà indistintamente tutti i settori pubblici e privati. Una mobilitazione che, per la sua portata e per la varietà delle categorie coinvolte – dai vigili del fuoco ai ferrovieri, dal personale autostradale agli operatori della sanità – si preannuncia come un vero e proprio banco di prova per il governo e per le istituzioni.
Alla base di questa lunga stagione di scioperi ci sono rivendicazioni che non possono più essere ignorate: il miglioramento delle condizioni contrattuali, l’aumento dei salari e una maggiore attenzione alla sicurezza sul lavoro. Tre temi che attraversano trasversalmente tutte le categorie e che, se lasciati senza risposta, rischiano di alimentare un clima di tensione destinato a protrarsi ben oltre il mese di giugno.
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