Fisco Dior, accordo con Antitrust: 2 milioni per le vittime di sfruttamento

Dior, accordo con Antitrust: 2 milioni per le vittime di sfruttamento

Dior chiude istruttoria AGCM senza illeciti, impegni per trasparenza, formazione e 2 milioni per le vittime di sfruttamento lavorativo.

22 Maggio 2025 15:00

Un accordo significativo da parte di Dior è stato recentemente annunciato per affrontare le vittime di sfruttamento lavorativo nella filiera produttiva italiana, segnando un passo avanti per l’intero settore della moda Italia. L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha concluso un’istruttoria avviata nel luglio 2024, non rilevando alcuna violazione diretta da parte del gruppo, ma accettando gli impegni proposti per garantire una maggiore etica nella catena di fornitura.

Il cuore di questo piano quinquennale risiede nella creazione di un fondo di 2 milioni di euro, destinato a sostenere le vittime di sfruttamento lavorativo. Tale fondo non solo offre percorsi di protezione e reinserimento sociale, ma mira anche a promuovere la formazione delle persone coinvolte. Questo modello, innovativo e inclusivo, sarà aperto ad altri marchi della moda che operano in Italia, con l’obiettivo di favorire una responsabilità condivisa e un impatto positivo più ampio.

Dior e l’indagine dell’Antitrust contro lo sfruttamento lavorativo

L’indagine dell’Antitrust aveva preso il via per esaminare la coerenza tra le dichiarazioni etiche di Dior e le reali condizioni di lavoro presso alcuni fornitori di pelletteria. Sebbene non siano emerse violazioni, il gruppo ha intrapreso una revisione significativa delle proprie politiche di responsabilità sociale. Tra le iniziative adottate, spiccano procedure più rigorose per la selezione e il monitoraggio dei fornitori, con un’attenzione particolare al rispetto dei diritti dei lavoratori e ai principi del Codice del consumo.

Un altro aspetto rilevante del piano è l’investimento nella formazione. Da un lato, i dipendenti di Dior che operano in marketing e comunicazione riceveranno una preparazione specifica sulle normative a tutela dei consumatori, garantendo una maggiore trasparenza nelle dichiarazioni rivolte al pubblico. Dall’altro, fornitori e subfornitori saranno coinvolti in programmi educativi focalizzati sul diritto del lavoro e sui principi etici contenuti nel Codice di Condotta aziendale. Questo duplice approccio mira a costruire una cultura aziendale solida e a sensibilizzare l’intera filiera produttiva verso standard più elevati di etica e sostenibilità.

L’iniziativa rappresenta un esempio virtuoso per l’industria della moda, spingendo verso una maggiore responsabilità e trasparenza. Non si tratta solo di rispettare le norme, ma di anticipare le aspettative dei consumatori, sempre più attenti alle questioni sociali e ambientali. L’impegno di Dior si configura come un invito al settore a ripensare le proprie pratiche, mettendo al centro le persone e i loro diritti.

In un momento storico in cui la sostenibilità non è più solo un’opzione, ma una necessità, questa decisione potrebbe aprire la strada a una trasformazione più ampia. L’inclusione di altri marchi in iniziative simili rafforzerà l’impatto di tali progetti, consolidando l’immagine del “Made in Italy” come sinonimo di qualità non solo nei prodotti, ma anche nei processi.

L’accordo tra Dior e l’Antitrust non è solo una risposta alle critiche, ma un passo avanti verso un futuro in cui l’etica diventa un pilastro fondamentale per il successo aziendale. È un invito per l’intero settore della moda a guardare oltre il profitto immediato, abbracciando un modello di crescita sostenibile che rispetti le persone e il pianeta.

 

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