Lavoro Nissan licenzia 20mila dipendenti: tagli drastici per restare a galla

Nissan licenzia 20mila dipendenti: tagli drastici per restare a galla

Nissan ha pianificato tagli massicci in Europa: si prevedono 20mila dipendenti licenziati e la chiusura di 7 stabilimenti entro il 2027.

21 Maggio 2025 11:30

Il colosso giapponese dell’automotive, Nissan, ha annunciato un piano di ristrutturazione radicale e drastica che porterà a ben 20.000 licenziamenti in Europa entro il 2027. Questo intervento si inserisce in un contesto di profonda trasformazione del settore automotive, dove la pressione della concorrenza internazionale e la necessità di adattarsi alla transizione elettrica stanno ridefinendo le priorità delle case automobilistiche.

La strategia, che punta a ottimizzare i costi e migliorare l’efficienza operativa, prevede la chiusura di sette stabilimenti sui diciassette attualmente attivi in Europa. I primi effetti saranno visibili già entro il primo semestre del 2025, con il taglio di 1.100 posti di lavoro, concentrati principalmente in Francia e Regno Unito. Tra gli stabilimenti più colpiti figura quello di Flins, in Francia, mentre in Gran Bretagna crescono le preoccupazioni per il futuro dell’impianto di Sunderland, uno dei più importanti centri produttivi del marchio nel continente.

Nissan: non bastano le tecnologie innovative al rilancio dell’automotive

Nonostante l’attenzione rivolta al rilancio della competitività attraverso l’adozione di tecnologie innovative, il piano rischia di compromettere alcuni progetti legati alla mobilità elettrica, un settore in cui Nissan aveva già investito significativamente per guadagnare terreno nel mercato europeo. Tuttavia, la pressione derivante dalle normative ambientali e dalla competizione con produttori asiatici rende inevitabile una riorganizzazione così drastica.

Le reazioni a questa decisione non si sono fatte attendere. Le organizzazioni sindacali hanno criticato la mancanza di dialogo e trasparenza da parte dell’azienda, organizzando proteste e scioperi in Francia, mentre nel Regno Unito le autorità locali chiedono un confronto urgente con il management di Nissan. Le proposte includono la riconversione degli stabilimenti per produzioni più innovative, sfruttando i fondi europei dedicati alla transizione ecologica.

Le ripercussioni di questa scelta non si limiteranno ai soli dipendenti diretti. L’indotto, composto da numerose aziende fornitrici che dipendono dagli stabilimenti a rischio chiusura, subirà inevitabilmente contraccolpi significativi. Questo scenario potrebbe portare a ulteriori perdite occupazionali in tutto il continente, inclusa l’Italia, dove l’industria automobilistica è già sotto pressione.

La decisione di Nissan rappresenta un campanello d’allarme per l’intero settore automotive europeo. In un contesto globale in cui i produttori stanno ridefinendo le proprie strategie, la ristrutturazione annunciata potrebbe segnare l’inizio di un processo di trasformazione più ampio. La sfida sarà bilanciare l’adozione di tecnologie sostenibili con la necessità di preservare l’occupazione e la competitività del mercato europeo.

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