Lavoro Pensioni Pensione di invalidità civile: come funziona, importi e a chi spetta

Pensione di invalidità civile: come funziona, importi e a chi spetta

Tutto sulla pensione di invalidità civile: importi, patologie riconosciute e come richiederla. Scopri i requisiti per accedere al sostegno economico.

20 Maggio 2025 10:45

La pensione di invalidità civile rappresenta un aiuto economico essenziale per i cittadini italiani che, a causa di gravi problemi di salute, non sono più in grado di lavorare. Questa misura, erogata dall’Inps, si configura come un pilastro del sistema di protezione sociale, destinata a chi affronta quotidianamente le difficoltà legate a patologie invalidanti.

La pensione di invalidità civile si distingue nettamente dalla pensione di vecchiaia e da quella di inabilità previdenziale. Non si basa sui contributi versati, ma sulla condizione di salute del richiedente, configurandosi come un aiuto concreto per chi vive situazioni di fragilità.

Importi e percentuali di invalidità

Per il 2025, l’importo base dell’assegno mensile è stato confermato a 336 euro, distribuiti in tredici mensilità. Tuttavia, coloro che presentano un’invalidità totale, pari al 100%, possono beneficiare di un sostegno economico maggiore, fino a 740 euro al mese, a condizione che rispettino i limiti di reddito stabiliti.

È importante sottolineare che la soglia minima di percentuali di invalidità per accedere a questa pensione è fissata al 74%. Per chi si colloca al di sotto di questa soglia, sono previste altre agevolazioni, ma non l’erogazione dell’assegno mensile.

Con quali malattie spetta la pensione di invalidità

Il diritto alla pensione è vincolato a criteri specifici. In primo luogo, la valutazione medico-legale effettuata dalle commissioni dell’Inps deve certificare una condizione di salute che comprometta significativamente la capacità lavorativa del richiedente.

Le patologie invalidanti riconosciute includono una vasta gamma di condizioni, tra cui problemi cardiocircolatori, malattie respiratorie come le broncopneumopatie, disturbi neurologici come il Parkinson e la sclerosi multipla, patologie oncologiche e malattie congenite come la sindrome di Down. Anche condizioni rare, come la fibrosi cistica e l’artrite reumatoide, rientrano tra quelle considerate.

I requisiti: reddito e documenti

Un altro aspetto cruciale è il requisito reddituale. Per chi ha un’invalidità parziale, con una percentuale compresa tra il 74% e il 99%, il reddito personale non deve superare i 5.771,35 euro all’anno. Al contrario, per chi ha un’invalidità totale, il limite di reddito sale a 19.772,50 euro. Questi parametri sono stati pensati per garantire che il sostegno economico venga destinato a chi ne ha effettivamente bisogno.

Il processo di accertamento prevede una valutazione dettagliata da parte delle commissioni medico-legali dell’Inps. La documentazione clinica e la situazione complessiva del richiedente vengono attentamente analizzate per determinare sia la percentuale di invalidità sia i benefici correlati. Questo iter rigoroso assicura che l’erogazione della pensione avvenga in modo equo e trasparente.

È interessante notare che, anche per chi non raggiunge la soglia del 74%, esistono altre forme di supporto. Ad esempio, con una percentuale del 34% si ha diritto a protesi e ausili, mentre con il 46% è possibile accedere alle liste di collocamento mirato, favorendo così l’inserimento nel mondo del lavoro di persone con disabilità parziali.

 

Se vuoi aggiornamenti su Lavoro inserisci la tua email nel box qui sotto:

Compilando il presente form acconsento a ricevere le informazioni relative ai servizi di cui alla presente pagina ai sensi dell'informativa sulla privacy.