Fisco Tasse e imposte Quando puoi non pagare la TARI?

Quando puoi non pagare la TARI?

Tari: scopri come funziona la prescrizione, le esenzioni previste e come presentare un'istanza in autotutela per errori o richieste tardive.

14 Maggio 2025 16:00

La Tari, o tassa sui rifiuti, rappresenta un tributo obbligatorio per tutti coloro che utilizzano un immobile in Italia, coprendo i costi di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani. Tuttavia, è fondamentale conoscere le regole che disciplinano questa imposta per evitare errori o richieste indebite.

Prescrizione della TARI

Uno degli aspetti più rilevanti è il termine di prescrizione Tari, che stabilisce un limite di cinque anni entro il quale il Comune può richiedere il pagamento del tributo. Questo periodo decorre dalla data in cui il pagamento avrebbe dovuto essere effettuato. Ad esempio, per la Tari del 2018 con scadenza fissata al 31 dicembre, il diritto di riscossione scade il 31 dicembre 2023. Superato questo termine, il contribuente non è più obbligato a pagare. È quindi cruciale verificare con attenzione le date riportate negli avvisi ricevuti, poiché eventuali ritardi possono essere contestati.

Istanza di autotutela

In caso di errori o richieste tardive, il cittadino ha il diritto di presentare un’istanza di autotutela. Questa procedura consente di richiedere l’annullamento o la correzione dell’avviso senza ricorrere al tribunale.

La domanda deve essere presentata entro 60 giorni dalla ricezione dell’avviso, utilizzando un modulo disponibile sul sito del proprio Comune o attraverso una domanda in carta libera. Tra i documenti da allegare vi sono contratti d’affitto, certificati di residenza o ricevute di pagamento. L’invio può avvenire tramite PEC o consegna diretta presso l’ufficio tributi comunale.

Le esenzioni

Non tutti gli immobili sono soggetti alla Tari. Esistono infatti specifiche esenzioni per gli immobili inutilizzabili o disabitati, privi di utenze attive o scarichi collegati. Alcuni Comuni prevedono l’esenzione anche per abitazioni lasciate vuote deliberatamente, purché prive di mobili e utenze. È una possibilità particolarmente utile per chi possiede immobili in località diverse, dove spesso si rischia di pagare il tributo in entrambe le località. In questi casi, spostare la residenza nel luogo in cui si vive effettivamente può evitare la doppia imposizione.

Per prevenire eventuali problemi futuri, è consigliabile controllare regolarmente la propria posizione contributiva. Questo può essere fatto presso l’ufficio tributi comunale o tramite il cassetto fiscale sul sito dell’Agenzia delle Entrate. Un controllo periodico consente di individuare e risolvere tempestivamente eventuali anomalie, evitando cartelle esattoriali non dovute e garantendo il rispetto dei termini di prescrizione.

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