Quanto guadagnano i piloti in Europa: le differenze paese per paese
Swiss cancella voli per carenza piloti. Stipendi in crescita e forti disparità in Europa. Sfide e prospettive future per il settore aereo.
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La notizia si è propagata come un lampo, colpendo l’attenzione di professionisti e appassionati dell’aviazione: Swiss, la compagnia di bandiera della Svizzera, si trova costretta a cancellare oltre 1.400 voli entro il 2025. Ciò che emerge è un quadro tutt’altro che rassicurante, in cui la carenza di piloti rappresenta solo la punta dell’iceberg.
Il costo proibitivo per la formazione—che può raggiungere cifre vicine ai 150.000 euro—sta innescando reazioni a catena tali da spingere molte compagnie a rivedere i propri piani di sviluppo. Nel frattempo, le disparità per quanto guadagnano i piloti tra i vari Paesi europei continuano a crescere, delineando un panorama frammentato e per nulla omogeneo.
Compagnie aeree e piloti: un continente dai mille volti
Quando si esplora la mappa delle compagnie aeree europee, saltano subito all’occhio le forti differenze di guadagno dei piloti. Si passa da retribuzioni annue lorde di poco superiori ai 32.000 euro, come in Romania, a salari vicini ai 113.000 euro, come in Svizzera.
Ma a conquistare la vetta è la Germania, con livelli che possono sfiorare i 342.000 euro per le posizioni più specializzate. Nel frattempo, l’Inghilterra si attesta su una media di 95.240 euro, affiancata dalla Francia, dove si registrano compensi medi attorno ai 111.600 euro. In Italia, i lavoratori navigano in una zona intermedia, con circa 80.427 euro, ma il divario interno resta notevole, specialmente tra compagnie low cost e vettori tradizionali.
La pressione sugli stipendi
Le retribuzioni non possono che rappresentare un nodo cruciale: gli stipendi dei piloti si stanno alzando rapidamente, in parte a causa della carenza di manodopera qualificata. Alcune realtà come Ryanair offrono compensi mensili che superano i 10.000 euro grazie a un sistema retributivo basato su tariffe orarie. Belgio e Irlanda, a loro volta, non restano indietro, mettendo sul piatto cifre in grado di competere con le piazze più prestigiose del continente.
Questo scenario, per molti, è un’anticipazione di come la competitività si sposterà sempre più verso il fattore umano, con contratti sempre più flessibili ma anche più complessi da gestire.
Prospettive nei cieli globali
L’allarme per il guadagno dei piloti non riguarda soltanto l’Europa. Secondo le stime degli analisti, il settore aereo globale potrebbe trovarsi in un vero e proprio vortice di trasformazioni, con il deficit di piloti destinato a toccare quota 80.000 entro il 2032, di cui ben 19.000 concentrati sul Vecchio Continente.
Di fronte a cifre così elevate, le compagnie aeree mostrano segni di nervosismo: la pressione sul personale aumenta, i costi crescono e la necessità di una formazione di alta qualità diventa imprescindibile.
In questo contesto, non sorprende che i sindacati, i governi e gli stakeholder del comparto inizino a sedersi a tavoli di confronto per valutare nuove strategie, incentivi e partnership inedite, nel tentativo di riportare i cieli europei verso un equilibrio più stabile.
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