Pensione negata a 6 immigrati su 10: un vuoto nel sistema italiano
Secondo dati recenti, a 6 immigrati su 10 viene negata la pensione aumentando così le differenze sociali tra italiani e stranieri.
In Italia, un dato preoccupante emerge con forza dal panorama previdenziale: quasi il 60% degli anziani immigrati tra i 65 e i 74 anni si vedono la pensione negata. Questo fenomeno evidenzia una disparità pensionistica allarmante, soprattutto se confrontato con il 21,4% degli italiani nella stessa fascia d’età. Tale situazione è stata messa in luce dall’ultimo rapporto ISTAT sulla partecipazione al mercato del lavoro della popolazione over 50, confermando un problema strutturale nel sistema previdenziale del Paese.
L’Italia, pur essendo tra i Paesi europei con la più alta percentuale di anziani, mostra una delle coperture pensionistiche più basse per la fascia d’età 50-74 anni. Questo dato diventa ancora più critico per gli stranieri residenti, che si trovano spesso esclusi dai benefici previdenziali. Alla base di questa esclusione si trovano percorsi lavorativi frammentati, lavori irregolari, retribuzioni basse e ostacoli burocratici. Non va dimenticata, inoltre, la mancanza di accordi bilaterali con i Paesi d’origine, che impedisce il riconoscimento dei contributi versati all’estero, aggravando ulteriormente la situazione.
Questa carenza di supporto economico non è solo una questione di giustizia sociale, ma si traduce in conseguenze dirette sul mercato del lavoro. Ben il 27% degli stranieri privi di pensione continua a lavorare per necessità economica, una percentuale nettamente superiore al 5% degli italiani nella stessa condizione. Ancora più preoccupante è il dato che vede il 32,6% degli anziani stranieri senza reddito da lavoro né trattamento previdenziale, configurandosi come una delle categorie più vulnerabili del Paese.
Pensione negata agli immigrati: un problema per il welfare italiano
Il peso di queste disparità pensionistiche, che vedono la pensione negata a 6 immigrati su 10, non si limita alle difficoltà individuali, ma si estende all’intero sistema di welfare italiano. Con l’aumento della popolazione anziana priva di reddito autonomo, il rischio è di gravare ulteriormente su servizi sociali già sotto pressione. È quindi evidente che garantire un accesso equo alla previdenza per i lavoratori stranieri non rappresenta solo un dovere morale, ma una necessità per assicurare la sostenibilità del sistema.
Un elemento chiave per affrontare questa sfida è l’implementazione di politiche previdenziali inclusive. Queste dovrebbero mirare a riconoscere i contributi versati all’estero, facilitare la regolarizzazione dei percorsi lavorativi e abbattere le barriere burocratiche che spesso ostacolano l’accesso alle pensioni Italia. Solo così sarà possibile ridurre il divario tra cittadini italiani e stranieri, garantendo una maggiore equità sociale e un sistema previdenziale più solido e resiliente.
In conclusione, la situazione attuale non può essere ignorata. È necessario un intervento deciso e coordinato per sanare queste lacune sulla pensione negata a molti immigrati e promuovere un sistema di welfare italiano che sia realmente inclusivo. Solo così si potrà affrontare con efficacia una problematica che, se trascurata, rischia di trasformarsi in una crisi di ben più ampia portata.
Se vuoi aggiornamenti su Lavoro inserisci la tua email nel box qui sotto: