Lavoro Piano industriale: rilancerà davvero salari e imprese in Italia?

Piano industriale: rilancerà davvero salari e imprese in Italia?

Il presidente di Confindustria, Orsini, lancia un piano industriale da 8 miliardi per sostenere produttività, investimenti e salari. Ecco le misure proposte.

5 Settembre 2025 11:50

In un momento di ridefinizione delle strategie nazionali, la proposta di un piano industriale rappresenta l’occasione ideale per ridare ossigeno al tessuto produttivo italiano. Secondo diversi esperti di Confindustria, occorre ripensare i modelli decisionali mettendo al centro la produttività e la capacità di innovare.

Questo approccio, infatti, potrebbe innescare una dinamica virtuosa in grado di generare nuove opportunità di sviluppo e rafforzare la competitività del Paese. Nel dibattito, emergono anche concetti correlati alla semplificazione normativa e allo snellimento delle procedure burocratiche, passaggi fondamentali per supportare la ripresa e favorire investimenti sostenibili nel medio-lungo termine.

Potenziamento dell’innovazione e incentivi fiscali

L’aggiornamento integrale dei programmi di Industria 4.0 e la loro evoluzione verso strumenti più avanzati rappresentano un passaggio chiave per incrementare il livello tecnologico delle imprese. Un simile rinnovamento, supportato dalla stabilizzazione dell’Ires, potrebbe offrire alle aziende una maggiore certezza sugli sgravi, favorendo decisioni d’investimento a lungo termine.

Nel panorama delle misure proposte, emerge la necessità di rilanciare anche l’Ace, strumento considerato essenziale per garantire la patrimonializzazione delle imprese e incentivare nuovi conferimenti di capitale. Tale combinazione di innovazione e interventi fiscali si configura come un volano in grado di sostenere la competitività e agevolare la rinascita dell’intero settore manifatturiero.

Focus sul Mezzogiorno e nuove prospettive di sviluppo

Secondo alcuni osservatori, l’istituzione di una Zes Unica per il Meridione potrebbe costituire un snodo strategico per attirare investimenti esteri, semplificare le procedure doganali e offrire un contesto più favorevole all’interscambio. Parallelamente, la Transizione 5.0 apre scenari in cui l’innovazione del processo produttivo si associa a una determinazione più marcata nel ridurre l’impatto ambientale.

Argomenti come il disaccoppiamento nel settore energetico, già al vaglio di specialisti e policy maker, alimentano il dibattito sulle opportunità di diversificazione. In questo quadro, il viceministro Maurizio Leo ribadisce l’impegno del governo a valutare con attenzione le soluzioni proposte, mantenendo vivo il dialogo con gli attori economici.

Prospettive di miglioramento salariale e rilancio del mercato interno

Il ministro Adolfo Urso ha confermato l’intenzione di sostenere provvedimenti capaci di dare vigore al tessuto produttivo e di potenziare le retribuzioni, considerate la chiave per aumentare i consumi e rafforzare il mercato interno.

Secondo molti analisti, infatti, la solidità del reddito dei lavoratori è il primo passo per generare nuova domanda di beni e servizi. Nello scenario attuale, un rilancio coordinato delle misure strutturali e degli incentivi fiscali appare determinante per innescare una crescita economica duratura. Con i giusti investimenti, l’Italia potrebbe aspirare a un rinnovato protagonismo industriale, sostenuto da tecnologie avanzate e da un equilibrio più virtuoso tra capacità produttiva e benessere sociale.

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