Lavoro Occupazione in crescita nel 2025: il Mezzogiorno guida la ripresa del lavoro

Occupazione in crescita nel 2025: il Mezzogiorno guida la ripresa del lavoro

Istat: nel secondo trimestre 2025 occupazione in aumento, Mezzogiorno ai massimi dal 2004. Disoccupazione stabile, inattivi in calo.

13 Settembre 2025 17:00

Il panorama lavorativo in Italia sta crescendo con slancio, una tendenza che risulta particolarmente evidente nei risultati del secondo trimestre 2025. Le più recenti rilevazioni di Istat suggeriscono l’avanzare di un ambiente dinamico, sospinto dalla fiducia degli operatori economici e dall’impegno istituzionale nel promuovere l’occupazione.

Tra investimenti mirati e stimoli alla produttività, le aziende sembrano aver avviato un circolo virtuoso, producendo numeri che superano le aspettative degli analisti. In questo fermento, l’innalzamento dei livelli retributivi in alcuni settori e l’ampliamento delle prospettive per i giovani professionisti rappresentano ulteriori segnali che mal si concilierebbero con visioni pessimistiche sul futuro del Paese.

Eppure, l’aspetto più affascinante di questo slancio risiede nella naturale sinergia fra crescita economica e interventi strutturali che, abbandonando le vecchie forme di politiche assistenzialiste, puntano a favorire l’iniziativa locale con uno sguardo strategico al contesto globale.

Trend in cifre e aree di consolidamento

Secondo i dati raccolti, l’input di lavoro è aumentato dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e dell’1,7% su base annua, delineando un trend di crescita destinato a rafforzarsi. Nel complesso, si registrano 24.169.000 persone attive, con un incremento di 226.000 unità rispetto allo stesso periodo del 2024, mentre viene confermato il calo del tasso di disoccupazione al 6,3%.

Il progresso risulta equilibrato su più fronti: migliora l’efficienza della manodopera, si riduce la fuga all’estero di professionalità rilevanti e si ottiene un più ampio consolidamento delle filiere produttive. La prospettiva di una crescita duratura e inclusiva si fa così strada, tanto nelle aree industriali del Nord quanto nei territori che, per tradizione, hanno sofferto di maggiore vulnerabilità economica.

Slancio del Mezzogiorno e nuovi record

Nell’attuale scenario, spicca la performance del Sud Italia, con il Mezzogiorno che raggiunge il 50,1% di attivi nella fascia 15-64 anni, segnando il grande balzo in avanti più significativo dal 2004. In quest’area, si contano ora 6.549.000 lavoratori, pari a un aumento di 96.000 rispetto allo scorso anno, e ciò rappresenta una potente conferma del potenziale di risorse umane che il Sud può esprimere se messo nelle giuste condizioni.

Per sostenere ancor di più questo percorso, le istituzioni mirano a migliorare le infrastrutture strategiche, agevolando i collegamenti e creando un ecosistema favorevole all’innovazione. È in questo scenario che la Premier ha sottolineato la necessità di puntare sulla competitività, ponendo l’accento sulla valorizzazione delle risorse locali quale motore di sviluppo.

Verso un futuro di stabilità nel mercato del lavoro

Alla luce di questi risultati incoraggianti, diventa prioritario mantenere alta l’attenzione su strumenti e politiche capaci di irrobustire il mercato del lavoro. Ridurre ulteriormente il bacino di inattivi, sia tra i giovani in cerca di miglior formazione sia tra gli adulti in fase di riconversione professionale, è un obiettivo cruciale per dare continuità a questa fase espansiva.

Il saldo di 150.000 persone che hanno abbandonato l’inattività dimostra che un approccio sinergico, basato sull’integrazione di investimenti pubblici e sostegni mirati allo sviluppo, può innescare processi virtuosi anche nelle fasce più deboli della popolazione. A conti fatti, consolidare la spinta attuale significa costruire basi solide che garantiscano benessere collettivo, rafforzando la fiducia degli investitori e sostenendo l’impatto positivo sulle famiglie e sulle imprese, così da alimentare un circolo virtuoso di crescita nazionale.

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