Lavoro Caporalato, oltre metà delle aziende agricole irregolari

Caporalato, oltre metà delle aziende agricole irregolari

Il lavoro irregolare e il caporalato in Italia valgono 68 miliardi: focus su settori, dati regionali, impatti economici e sociali.

14 Agosto 2025 14:30

L’evidente diffusione del lavoro irregolare e del caporalato testimonia un quadro complesso e preoccupante, radicato in diversi settori e, soprattutto, nelle regioni meridionali. È essenziale riportare l’attenzione su questa vera e propria economia sommersa, la cui portata incide pesantemente sui bilanci dello Stato e sulle condizioni dei lavoratori.

Dati recenti confermano come il fenomeno del caporalato sia florido non solo nell’agricoltura, ma anche nel campo dei servizi alle persone, con un impatto che coinvolge milioni di individui lungo tutta la penisola. E quando si parla di irregolarità, la fragilità sociale diviene una questione che scuote profondamente la coscienza collettiva.

Ombre nel Mezzogiorno e il fenomeno del caporalato

Secondo stime recenti, circa tre milioni di lavoratori alimentano un giro d’affari di 68 miliardi di euro, un panorama che tocca in modo rilevante il Mezzogiorno. È qui che si osservano forme di sfruttamento legate al caporalato, con percentuali di irregolarità ben superiori alla media nazionale.

Nel campo dei controlli, alcuni comparti sfiorano tassi oltre il 40%, mentre nell’edilizia si registrano situazioni critiche. In questo mosaico di precarietà, il valore produttivo sommerso incide in modo drammatico sull’economia locale, frenando le opportunità di sviluppo e aggravando le disuguaglianze sociali. Lo scenario attuale richiede un’azione incisiva per arginare un quadro tanto allarmante.

Il peso dell’evasione fiscale e del lavoro nero

Gli effetti di questa rete sommersa si misurano anche in termini di evasione fiscale e di ricadute socio-economiche, con una perdita stimata per l’erario di oltre 20 miliardi di euro l’anno. Il caporalato, in particolare, coinvolge circa 1,5 milioni di persone, esponendo fasce vulnerabili della popolazione a condizioni di precarietà estrema.

Organizzazioni criminali traggono vantaggio dal reclutamento di manodopera a basso costo, alimentando un circolo vizioso di scarsa tutela, violazioni contrattuali e compromissione della solidità del tessuto economico. La mancanza di contributi regolari e di garanzie previdenziali amplifica il divario con le realtà più virtuose, ostacolando la crescita collettiva.

Controlli, rischi e prospettive di riscatto

I recenti accertamenti su numerose aziende agricole mettono in luce la gravità del problema: oltre il 66% delle imprese controllate presenta irregolarità, con denunce frequenti su pratiche di sfruttamento, caporalato e mancata sicurezza sul lavoro.

Il settore ortofrutticolo nel Sud e l’edilizia nel Nord rimangono ambienti fertili per abusi, configurando un sistema che penalizza i lavoratori e sottrae risorse allo Stato. Tra i principali punti critici emergono l’evasione contributiva, l’assenza di contratti regolari e l’utilizzo di manodopera priva di permesso di soggiorno.

Per invertire la rotta, serve una strategia che coniughi inasprimento dei controlli, incentivi alla regolarizzazione e maggiore sensibilizzazione dell’opinione pubblica, affinché l’intero Paese possa rialzarsi da questa platea di ingiustizie.

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