Tredicesima detassata, il Governo valuta: più soldi in busta paga a Natale
Il Governo studia la detassazione della tredicesima mensilità: esenzione Irpef, imposta sostitutiva o riduzione aliquota. Impatto sui consumi e conti pubblici.
Fonte immagine: Finanza.com
La prospettiva di una tredicesima più ricca per i lavoratori italiani sta suscitando grande curiosità, in particolare durante il periodo natalizio. L’idea che circola in questi giorni prevede la detassazione di questa mensilità aggiuntiva, un intervento che potrebbe potenziare il potere d’acquisto di milioni di famiglie proprio nei mesi più freddi dell’anno. Tra gli scenari allo studio, si ipotizzano l’abolizione totale dell’Irpef su questa mensilità o il passaggio a un’imposta sostitutiva del 10%.
Il vantaggio sarebbe duplice: da un lato i lavoratori potrebbero godere di un maggiore reddito disponibile, dall’altro aumenterebbero i flussi di spesa, con possibili ricadute positive sui consumi nazionali. Le nuove misure, tuttavia, andranno inserite con attenzione nella prossima legge di bilancio, valutando sia i benefici per i cittadini sia la tenuta dei conti pubblici.
Un incentivo determinante per le famiglie
Forza Italia spinge per una significativa revisione del carico fiscale su questa retribuzione extra, rilevando come un sostegno mirato all’economia domestica possa generare un circolo virtuoso di crescita. A Natale, disporre di somme più elevate significa poter investire in regali, alimenti e altri beni di prima necessità in un periodo dell’anno già di per sé dispendioso.
Il Governo valuta attentamente la misura, anche se l’impatto sui bilanci statali richiede un’analisi approfondita. Secondo alcune stime rilanciate da Il Messaggero, un contribuente che guadagna 20.000 euro lordi l’anno potrebbe intascare circa 300 euro in più, mentre chi riceve una busta paga di 60.000 euro annui potrebbe vedere aumenti oltre i 1.800 euro.
Scenari e risorse economiche
Le opzioni in campo non si limitano alla riduzione totale dell’aliquota: si discute perfino di una parziale modulazione dell’imposta, che passerebbe dal 35% al 33% per determinate fasce di reddito, eventualmente allargate fino a 60.000 euro. Tale intervento andrebbe a incidere sulla capacità di spesa di un segmento rilevante di lavoratori, aiutandoli a far fronte a spese straordinarie e a sostenere attività commerciali locali.
Ciononostante, diversi analisti ricordano che la CGIA di Mestre quantifica in 14,5 miliardi di euro il gettito complessivo derivato dalla tassazione delle tredicesime: un mancato incasso di tale portata esige cautela nella pianificazione delle coperture, che non devono penalizzare settori strategici né innescare pericolosi squilibri di bilancio.
Equilibrio tra sostegno e stabilità
Antonio Tajani, ai vertici del Governo, ha chiarito che il progetto è sul tavolo e che ci sono margini per una valutazione concreta. Tuttavia, sarà fondamentale calibrare ogni intervento al fine di non rompere l’equilibrio della spesa pubblica. La finalità della misura è duplice: aumentare la disponibilità economica dei nuclei familiari e creare un effetto propulsivo sui settori produttivi, incentivando la domanda interna.
Al contempo, non si può trascurare la necessità di tutelare la stabilità finanziaria nazionale, specie in un contesto economico che richiede investimenti oculati e una gestione attenta delle risorse statali. Questo delicato impasto di obiettivi e responsabilità sarà al centro delle discussioni politiche nei prossimi mesi.
Se vuoi aggiornamenti su Busta paga inserisci la tua email nel box qui sotto: