Come sono cambiati stipendi e famiglie negli ultimi 5 anni
Esplora l'evoluzione delle retribuzioni e delle famiglie italiane dal 2019 al 2025. Focus su povertà, produttività e disuguaglianze sociali.
Negli ultimi anni, il panorama economico e sociale italiano ha subito una trasformazione che merita una riflessione profonda. Le retribuzioni contrattuali, elemento chiave per la stabilità finanziaria delle famiglie, hanno registrato un preoccupante calo del potere d’acquisto.
Dal 2019 al 2025, il valore reale delle retribuzioni ha perso il 10,5%, una contrazione che evidenzia una situazione più grave rispetto ad altri paesi europei come la Spagna (-2,6%) e la Germania (-1,3%). Nonostante gli accordi aziendali abbiano leggermente mitigato l’impatto, il calo complessivo del 4,4% resta un segnale allarmante per il mercato del lavoro italiano.
Aumenta il rischio povertà nelle famiglie italiane
Parallelamente, il tessuto sociale del Paese si sta modificando in modo significativo. Le famiglie italiane mostrano una crescente diversificazione nella loro struttura. I nuclei unipersonali, ad esempio, rappresentano oggi il 36,2% del totale, mentre le coppie con figli sono scese al 28,2%. Interessante è anche il dato sulle nuove forme familiari, che includono famiglie ricostituite, coppie non sposate e genitori single, ormai pari al 41,1% del totale. Questi cambiamenti riflettono una società in continua evoluzione, ma pongono anche nuove sfide per le politiche sociali.
Un altro aspetto cruciale è il crescente rischio povertà, che oggi interessa il 23,1% della popolazione italiana, con un incremento di 0,3 punti percentuali rispetto al 2023. Nel Mezzogiorno, la situazione è ancora più critica, con il 39,8% della popolazione a rischio. Le disparità territoriali emergono anche nei dati sulla grave deprivazione materiale e sociale, che colpisce appena l’1,3% nel Nord-Est ma raggiunge il 12,1% nel Sud. Le famiglie numerose e i nuclei monogenitoriali sono particolarmente vulnerabili, con un aumento del rischio di povertà di circa 3 punti percentuali.
Non meno rilevante è il tema della produttività al lavoro, che nel settore privato ha registrato una flessione del 2% nel 2024. Questa tendenza, secondo le stime, potrebbe proseguire nel 2025, influenzata dalle tensioni internazionali e dal rallentamento della crescita economica. La produttività del capitale, invece, ha subito un calo più contenuto dello 0,2%, segno di una resilienza relativa rispetto al lavoro.
Infine, un dato che merita attenzione è la differenza tra famiglie con percettore di reddito italiano e straniero. Le prime mostrano un tasso di grave deprivazione del 4%, contro l’11,4% delle seconde. Questa disparità sottolinea l’importanza di politiche mirate per l’inclusione sociale e il supporto ai gruppi più vulnerabili.
Alla luce di questi dati, appare evidente l’urgenza di interventi politici e sociali che possano arginare il declino economico e ridurre le disuguaglianze. È necessario un approccio integrato che tenga conto delle diverse sfaccettature del problema, promuovendo al contempo il benessere delle famiglie e la crescita economica sostenibile.
Se vuoi aggiornamenti su Busta paga inserisci la tua email nel box qui sotto: