Addio ai bonus di fine anno: ecco chi rischia di rimetterci davvero
Nel 2025 stop a detassazione tredicesima e bonus. Ecco come cambia il taglio del cuneo fiscale: nuove detrazioni e possibili restituzioni.
Fonte immagine: Finanza.com
La fine dell’anno segna l’uscita di scena di alcuni benefici straordinari che avevano contribuito a rendere il periodo natalizio più leggero sul fronte fiscale. In particolare, il Governo ha deciso di non proseguire con la tredicesima agevolata e con i bonus di fine anno che, fino a poco tempo fa, offrivano un notevole sostegno economico.
Nel loro posto, il legislatore propone un nuovo assetto che mira a rivisitare il sistema di detrazioni e contributi, favorendo una distribuzione più uniforme lungo l’intero anno e vincolando in modo più rigoroso il calcolo dei benefici in busta paga.
Una rivisitazione del sistema contributivo
Il cuore della riforma è la taglio cuneo fiscale, ora trasformata in un meccanismo di detrazioni e contributi diretti. Questo comporta la scomparsa del classico bonus in busta paga come semplice riduzione dei contributi previdenziali, a vantaggio invece di una forma di detrazione fiscale che consente di modulare l’aiuto in base allo stipendio percepito.
Questa ripartizione vuole creare un equilibrio tra i vari livelli retributivi, sostenendo in particolare i lavoratori dipendenti con redditi più bassi e garantendo un supporto progressivo a chi supera determinate soglie. L’obiettivo è che ogni segmento di popolazione possa ricevere un aiuto commisurato alle proprie reali necessità, anziché beneficiare di agevolazioni valide per tutti allo stesso modo.
Fasce di reddito e contributi dedicati
Nel dettaglio, è previsto un contributo aggiuntivo in busta paga per i redditi più contenuti, a partire da un valore che può raggiungere i 960 euro annui nei casi di reddito molto basso. Le percentuali di sostegno variano, con scaglioni che vanno dal 7,1% per salari fino a 8.500 euro al 4,8% per chi arriva a 20.000 euro.
Per le fasce intermedie tra 20.001 e 40.000 euro, invece, è stata introdotta una detrazione specifica che può toccare un massimo di 1.000 euro fino ai 32.000 euro, per poi decrescere gradualmente verso i 40.000 euro. In questo modo, l’entità effettiva dell’agevolazione viene definita in base al reddito complessivo, garantendo un sostegno più selettivo e mirato.
Come verificare e dichiarare correttamente
Il nuovo sistema, pur introducendo vantaggi potenzialmente significativi, necessita di un’attenta gestione. Al momento della dichiarazione dei redditi, gli importi ottenuti attraverso le detrazioni e i contributi dovranno essere verificati con cura, soprattutto per evitare di incorrere in errori che possano costringere a restituire parte del beneficio.
Il meccanismo di conguaglio può avvenire sia in busta paga sia in sede di dichiarazione annuale, e ciò rende fondamentale un controllo scrupoloso delle cifre percepite. In definitiva, il passaggio a questa nuova struttura di detrazioni, seppur impegnativo, ha l’obiettivo di offrire una più equa distribuzione delle risorse e di rispondere in modo più aderente alle esigenze reali di ciascun lavoratore.
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