Fisco Tasse e imposte Rottamazione quinquies, la Lega spinge per una sanatoria più inclusiva e accessibile

Rottamazione quinquies, la Lega spinge per una sanatoria più inclusiva e accessibile

La Lega punta a modificare la rottamazione quinquies: più beneficiari, tassi più bassi e flessibilità per chi aderisce alla sanatoria fiscale.

Pubblicato 11 Novembre 2025 Aggiornato 11 Novembre 2025 16:56

La rottamazione quinquies è al centro di un acceso confronto politico, poiché la Lega ritiene che le recenti limitazioni introdotte dalla Legge di Bilancio 2026 possano risultare fin troppo restrittive per coloro che cercano di saldare le proprie pendenze con il Fisco. Il clima appare teso, con il partito di Matteo Salvini che critica apertamente la riduzione dei tempi di sanatoria da dieci a nove anni, così come il drastico dimezzamento delle rate bimestrali. In buona sostanza, la misura rischierebbe di penalizzare chi intende regolarizzare la propria posizione, trasformando la sanatoria fiscale in un ostacolo più che in un’opportunità di ristoro economico.

Critiche sulla rigidità delle condizioni

La riduzione del periodo di sanatoria e il tetto massimo di sole 54 rate fanno sì che molti contribuenti temano di non riuscire a sostenere i pagamenti in modo regolare. A rendere la situazione ancor più delicata è il rischio di decadenza dopo il mancato versamento di appena due rate, anche non consecutive. In questo contesto, alcuni membri della maggioranza propongono maggior flessibilità, ritenendo che l’impianto originario fosse più equilibrato. Da più parti si evidenzia, inoltre, l’assenza di uno strumento di tutela per chi, nel frattempo, continua a versare le rate previste dalla precedente rottamazione quater, senza poter accedere alle nuove condizioni.

Uno dei punti sensibili di questa riforma riguarda la sorte di coloro che hanno subito accertamenti per vizi di forma, considerando che tali irregolarità vengono spesso equiparate a violazioni sostanziali. Secondo i detrattori, distinguere tra errori formali e veri evasori contribuirebbe a rendere più equa la procedura. Non tutti gli indebiti, infatti, dipendono da un intento fraudolento: la presenza di semplici errori amministrativi o documentali meriterebbe, a ben guardare, un trattamento meno gravoso. L’urgenza di agire in questa direzione cresce, poiché non includere chi ha commesso sviste marginali rischia di vanificare lo spirito di una sanatoria rivolta a risanare situazioni di difficoltà concreta.

Tassi e prospettive di modifica

A rendere ancor più controversa la misura è l’adeguamento del tasso di interesse, che passa dal 2% al 4%. Questa impennata, secondo varie associazioni di categoria, potrebbe scoraggiare i contribuenti e indebolire la finalità stessa della manovra. D’altro canto, la necessità di reperire risorse finanziarie spinge i decisori a difendere l’aumento, considerandolo un modo per evitare squilibri di bilancio. Quantomeno, alcune forze politiche premono per migliorare l’inclusività dell’attuale disegno normativo, auspicando che l’iter parlamentare possa allargare la platea dei beneficiari e rendere più accessibile l’adozione di questa misura. In definitiva, la riforma della rottamazione appare ancora in evoluzione, e sarà cruciale vedere come il legislatore saprà bilanciare esigenze di gettito e tutela dei contribuenti nel segmento conclusivo dell’iter legislativo.

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