Codacons: influencer evasori, il settore resta un Far West
Il Codacons critica le linee guida sugli influencer e chiede regole più severe per contrastare evasione e garantire trasparenza.
Fonte immagine: freepik
Nel panorama digitale odierno, il fenomeno dell’influencer cresce senza mezzi termini, trainato da creator capaci di raggiungere milioni di persone con un semplice post. Tuttavia, l’assenza di riferimenti normativi chiari alimenta zone d’ombra: ne è prova l’operazione della Guardia di Finanza nei confronti di una giovane di Cattolica, accusata di non aver dichiarato ben 300.000 euro in tre anni.
In questo clima di incertezza, spicca il ruolo del Codacons, che denuncia da tempo l’urgenza di regole più efficaci. Con un giro d’affari stimato in 370 milioni di euro nel 2024, in crescita del 6,3% rispetto all’anno prima, e la previsione di toccare i 385 milioni di euro nel 2025, non si può restare indifferenti di fronte a un mercato che prospera in mancanza di indicazioni univoche.
La richiesta di maggiore trasparenza per gli influencer si fa sentire, soprattutto di fronte ai casi di presunta evasione fiscale che pongono in luce i limiti di un sistema ancora privo di una cornice legislativa solida.
Le recenti linee guida Agcom, pur indicando un passo avanti, fissano soglie di follower o visualizzazioni ritenute troppo elevate: escluderebbero numerosi content creator e lascerebbero scoperte le fasce più dinamiche del mercato.
Questo quadro parziale si riflette anche nei controlli, spesso incentrati sulle grandi personalità e meno sulle figure emergenti, che rappresentano invece una parte consistente del mondo social attuale.
Influencer: fattori critici nell’evoluzione del settore
Tra gli aspetti più controversi per gli influencer si segnalano l’uso dell’intelligenza artificiale e le conseguenti pratiche di automazione per gonfiare like e visualizzazioni. Senza criteri ben definiti, simili strategie possono alterare i dati di engagement e ostacolare una lettura veritiera del valore di progetti e collaborazioni.
Non mancano poi le voci critiche sulla tutela dei minori: i ragazzi, attratti dal successo facile, rischiano di adottare comportamenti che trascurano la sicurezza dei propri dati personali e la genuinità dei contenuti proposti. Inoltre, la rapidità dei cambiamenti sulla rete rende complesso l’aggiornamento costante delle normative in vigore.
La prospettiva di un maggiore inquadramento normativo si lega inevitabilmente a parametri di trasparenza, controllo e responsabilità, soprattutto quando la fama online da influencer si trasforma in reddito.
Interventi più decisi, investiti di competenze multidisciplinari, potrebbero garantire un equilibrio tra lo spirito creativo dei creator e il rispetto delle regole fiscali e pubblicitarie. Se ben recepite, le proposte di legge potranno consolidare la fiducia del pubblico e valorizzare un’industria innovativa, facendo emergere chi lavora con professionalità e riducendo gli abusi che, purtroppo, sembrano ancora all’ordine del giorno.
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