Finanza Tetto al prezzo del gas: come si vuole muovere l’Europa

Tetto al prezzo del gas: come si vuole muovere l’Europa

23 Novembre 2022 12:33

In Europa rimane ancora aperta l’ipotesi di introdurre un tetto al prezzo del gas. La proposta, o l’ipotesi che dir si voglia, verrà discussa all’interno del Consiglio Energia il 24 novembre 2022. L’Europa, comunque, ha voluto fare il punto della situazione sul problema in una lettera inviata ai 27 paesi membri della Commissione Ue: al suo interno si accenna al fatto che si terrà conto delle richieste che sono arrivate dai paesi membri, in modo da riuscire a mettere d’accordo interessi differenti.

Per il momento, ad essere differenti sono le volontà di Belgio, Grecia ed Italia, che stanno chiedendo un meccanismo di correzione del mercato sul TTF, ossia la Borsa olandese, dove al momento si decide il prezzo del gas europeo; e Germania, che si sta opponendo, con tutte le sue forze, al price cap, il quale porterebbe ad un vero e proprio cambio di rotta nei rifornimenti verso i mercati più redditizi.

Prezzo del gas: cosa valuterà la Commissione

In questo momento, l’agenda del Consiglio dei Ministri europeo prevede una proposta di un tetto temporaneo al prezzo del gas. Quello a cui si sta pensando è un vero e proprio corridoio dinamico, che potrebbe subire dei cambiamenti nel breve periodo, solo e soltanto nel caso in cui ci dovessero essere degli aumenti eccezionali del prezzo del gas. E che dovrebbe intervenire nel momento in cui il picco del prezzo sul TTF non dovesse corrispondere ad un analogo aumento sul mercato mondiale di riferimento. Questo meccanismo di correzione del prezzo del gas dovrebbe essere attivato nel momento in cui intervenga una forte oscillazione, e permetterebbe la non accettazione degli ordini, che dovessero risultare fuori dalla fascia di prezzo prevista, in modo da evitare ulteriori speculazioni.

Una recente analisi condotta dall’Oxford Institute for Energy Studies avrebbe, comunque, confutato la tesi delle speculazioni come la causa principale degli aumenti vertiginosi registrati nel corso degli ultimi mesi nel prezzo del gas. La ricerca avrebbe messo in evidenza che gli aumenti sono stati provocati dal gap tra domanda ed offerta e dalle congestioni delle rotte di importazione della materia prima. Fissare un limite, seppure temporaneo, al prezzo del gas, sarebbe un vero e proprio rischio per i paesi che dipendono ancora dalle forniture russe.

Mettere un tetto al prezzo del gas sarebbe, quindi, un provvedimento inefficace. Anzi, rischia di trasformarsi in una vera e propria minaccia, in un momento particolarmente delicato nei rapporti con la Russia. Quello che preoccupa, in questo momento, a dire il vero à la prossima stagione degli stoccaggi, perché la Russia potrebbe decidere di interrompere i rifornimenti in via definitiva. Ursula von der Leyen ha dichiarato che “la capacità globale di gas naturale liquefatto non crescerà abbastanza velocemente da colmare questa lacuna”.

Quali sono gli obiettivi dell’Europa

Uno dei punti messi in agenda sono proprio le minacce paventate da Ursula von der Leyen. La presidente della Commissione europea ritiene che sarà necessario lavorare per muoversi in maniera più coordinata e stabile. Ma soprattutto sarà necessario stabilire una serie di azioni, che dovrebbero portare ad un rafforzamento dei paesi membri: tra queste operazioni ci dovrebbero essere gli acquisti congiunti, con un eventuale ampliamento della lista dei fornitori, in modo da potersi muovere in maniera più coordinata. Sarà, inoltre, necessario pensare ad una riduzione della domanda e alla stabilizzazione dei prezzi e dei mercati.

Nella lettera firmata da Von der Leyen e dal premier ceco Petr Fiala presentata lo scorso 11 novembre alla riunione dei Rappresentanti dei 27, si legge che “la Commissione sta rendendo operativa la Piattaforma energetica dell’Ue e una volta adottata, inizierà a raccogliere offerte di domanda e di fornitura e organizzare gare d’appalto per la domanda da parte dell’UE e della Comunità dell’energia, compresa l’Ucraina e la Moldavia. La Commissione sta accelerando i suoi sforzi diplomatici nei confronti dei Paesi e delle società produttrici di gas“.