Finanza Pil Italia, timida salita a +0,1%: i settori in crescita

Pil Italia, timida salita a +0,1%: i settori in crescita

5 Marzo 2025 16:33

L’economia italiana chiude in 2024 il leggera crescita, con il Pil che nel quarto trimestre dello scorso anno chiude in aumento dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e dello 0,6% su base annua. I dati, diffusi oggi dall’Istat, evidenziano un miglioramento rispetto alla stima preliminare di gennaio, quando indicava una variazione nulla.

“Niente di spettacolare, certo, ma un dato in qualche modo confortante, in quanto mostra una rinnovata vitalità in alcune componenti degli investimenti e una tenuta sul fronte dei consumi”, commenta Paolo Pizzoli, senior economist di ING, sottolineando che gli investimenti fissi lordi sono il motore principale. 

“La parte interessante del comunicato riguarda la scomposizione dettagliata della domanda, non divulgata nella fase di stima preliminare – spiega l’economista -. Ora sappiamo che il principale motore della crescita sono stati gli investimenti fissi lordi (che hanno contribuito uno 0,4% alla crescita trimestrale), aiutati dai consumi delle famiglie, dai consumi pubblici e dalle esportazioni nette, che hanno aggiunto lo 0,1% ciascuno; la variazione delle scorte, invece, ha sottratto lo 0,4%”.

Le voci che trainano la crescita degli investimenti

Più nel dettaglio, la crescita degli investimenti è stata trainata dalla spesa per impianti, macchinari e armamenti, aumentata del 3,2%. All’interno di questa categoria, la componente dei mezzi di trasporto ha registrato un lieve incremento dello 0,1%, mentre i fabbricati non residenziali e le altre opere hanno segnato un aumento più marcato del 4,1%. In controtendenza, gli investimenti in abitazioni sono calati dell’1,4%, quelli in risorse biologiche coltivate dello 0,6%, mentre gli investimenti in prodotti di proprietà intellettuale hanno mostrato una crescita dello 0,3%.

Gli acquisti di beni durevoli e di servizi sono cresciuti rispettivamente dello 0,2% e dello 0,4%. Al contrario, i beni non durevoli hanno registrato una flessione dello 0,1%, mentre i beni semidurevoli hanno subito un calo dello 0,4%.

Domanda interna  sostenuta da investimenti e consumi delle famiglie

Rispetto al trimestre precedente, tutti i principali aggregati della domanda interna hanno registrato un incremento, con i consumi finali nazionali in crescita dello 0,2% e gli investimenti fissi lordi in aumento dell’1,6%.

Tra le componenti della domanda interna, i consumi delle famiglie e delle istituzioni sociali private hanno contribuito alla crescita del Pil per 0,1 punti percentuali, mentre gli investimenti hanno fornito un apporto più significativo di 0,4 punti. Nessun contributo è derivato dalla spesa delle amministrazioni pubbliche, mentre la variazione delle scorte ha avuto un impatto negativo, sottraendo 0,4 punti percentuali. Sul fronte del commercio estero, la domanda estera netta ha inciso positivamente sulla crescita, contribuendo per 0,1 punti percentuali.

Confesercenti: “Rallenta ancora la spesa”

I dati sono in positivi ma questo non stravolge il quadro generale con l‘economia italiana che resta ferma. “La ripresa dei consumi sembra dunque frenare ancora, con il rischio di indebolire i segnali di consolidamento che pure provengono dal quadro macroeconomico, in un contesto di oggettiva incertezza dovuta alle condizioni internazionali – afferma Confesercenti commentando i dati Istat – Solo una più accentuata dinamica della spesa delle famiglie può, tuttavia, far sì che a questa stabilizzazione corrispondano nel 2025 saggi di crescita del Pil superiori a quelli osservati nel passato biennio”.

Critiche anche da Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori: “Consumi e Pil sempre al palo! ll Paese resta fermo e non è certo la variazione del Pil congiunturale, che passa da zero del terzo trimestre a zero virgola uno che ci può consolare. Ad aggravare il quadro desolante, il fatto che iniziamo il 2025 con una variazione acquisita dello 0,1%, che certo non può entusiasmarci. Insomma, o ridiamo capacità di spesa a chi è in difficoltà, o non andremo da nessuna parte”.

A gennaio vendite al dettaglio in calo

Intanto, oggi sono stati presentati dall’Istat anche i dati relativi alle vendite al dettaglio, che mostrano un nuovo calo. A gennaio 2025, il volume degli acquisti è diminuito dello 0,2% rispetto allo stesso mese del 2024, mentre la spesa complessiva è aumentata dello 0,9%, trainata dall’inflazione. Per quanto riguarda i prodotti alimentari, le quantità acquistate sono rimaste stabili, ma il costo alla cassa è aumentato del 2,1% rispetto a un anno fa.

Per il commercio, “l’avvio dell’anno è nettamente in salita”, spiega ancora Confesercenti. I dati Istat certificano il peggiore gennaio degli ultimi tre anni, un risultato decisamente al di sotto delle attese. A soffrire, e non è più una novità, sono ancora le imprese operanti su piccole superfici che, secondo nostre stime, rilevano nel mese un calo del volume di vendite di circa un punto percentuale. Una dinamica negativa che sembra purtroppo essersi avviata a diventare strutturale.

“Dopo la forte ripresa del 2021, gli ultimi tre anni sono stati infatti un periodo buio per i negozi, durante i quali stimiamo abbiano perso circa 9 punti percentuali delle vendite di volume e 3 miliardi di fatturato”, conclude Confesercenti.