Panetta: la ricetta di Bankitalia per la tenuta del welfare italiano

“Rilanciare la crescita e generare maggiori redditi attraverso un uso più produttivo del lavoro e del capitale è la condizione imprescindibile per preservare il nostro modello di welfare e promuovere il progresso civile”. Queste le parole usate dal governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta durante il convegno ‘Il futuro del welfare italiano tra equità e sviluppo‘ per la presentazione del Rapporto sulla sussidiarietà 2023/2024.
Welfare: come finanziare pensioni, sanità e scuola secondo Panetta
Secondo il numero uno di Via Nazionale la ricetta per garantire la tenuta del welfare passa dalla crescita. “Solo crescendo potremo garantire risorse adeguate a pensioni, sanità, istruzione e assistenza sociale” dice Panetta e fa qualche esempio. “Nel settore sanitario questo significa sostenere l’innovazione tecnologica, migliorare l’accesso alle cure, ridurre le liste d’attesa e potenziare i servizi essenziali”.
Nel corso del suo intervento, il governatore rimarca come “il sistema di welfare svolga un ruolo essenziale nel ridurre le diseguaglianze e contrastare la povertà. Se si considerano solo i proventi da lavoro e da proprietà, la distribuzione dei redditi tra le famiglie italiane risulta fortemente diseguale, con un indice di Gini superiore al 52%”. “Tuttavia – continua – l’inclusione delle pensioni e degli altri trasferimenti sociali in denaro erogati dalle Amministrazioni pubbliche riduce questo valore di circa 10 punti percentuali”. A ciò si aggiunge “il valore economico delle principali prestazioni in natura – come sanità, istruzione, asili nido, edilizia popolare – l’indice di Gini si abbassa ulteriormente, di 2,5 punti percentuali”.
I costi del welfare
Il welfare state però, sottolinea ancora Panetta, ha dei costi. “A livello microeconomico, può distorcere gli incentivi al lavoro e al risparmio sia direttamente, attraverso le regole che determinano i benefici, sia indirettamente, tramite la tassazione necessaria a finanziarlo. Sul piano macroeconomico, la generosità del welfare deve necessariamente essere bilanciata con la sostenibilità dei conti pubblici. Questi due aspetti sono strettamente collegati: regole mal concepite possono disincentivare il lavoro e il risparmio, con effetti negativi sulla crescita economica – a sua volta fondamentale per garantire la sostenibilità del debito pubblico”.
Il governatore ricorda poi come in Italia,” la spesa pubblica per le pensioni ammonta a circa il 16 per cento del PIL, uno dei livelli più alti nell’area dell’euro. Al contrario, le risorse destinate a sanità e istruzione, pari rispettivamente al 7 e al 4 per cento del prodotto, sono inferiori alla media europea”. “Questo squilibrio tra il peso delle pensioni e quello delle altre prestazioni, così come l’insufficiente offerta di servizi in natura rispetto ai trasferimenti monetari, rappresenta un problema noto” dice Panetta.
Il problema nei prossimi anni sarà di “bilanciare una crescente domanda di protezione sociale, soggetta a rapide e imprevedibili evoluzioni, con un’offerta inevitabilmente limitata dai vincoli di finanza pubblica. Tuttavia, questo trade-off può essere reso meno stringente agendo su due fronti”. Il primo – continua il numero uno di Bankitalia – riguarda la razionalizzazione della struttura dell’offerta, come messo in luce dal Rapporto, valorizzando la sussidiarietà sia verticale – tra i diversi livelli dello Stato – sia orizzontale, coinvolgendo accanto allo Stato anche il mercato e il terzo settore. Il secondo passa attraverso riforme e investimenti pubblici volti ad aumentare la crescita potenziale e la produttività dell’economia. “Un’economia forte e produttiva è il fondamento di un welfare equo ed efficace, capace di rispondere alle esigenze delle generazioni di oggi e di creare opportunità per quelle di domani” conclude il governatore.