Finanza Notizie Mondo Tesla richiama 123.000 auto Model S per problemi allo sterzo. Alert bond, più rischiosi dell’Ucraina

Tesla richiama 123.000 auto Model S per problemi allo sterzo. Alert bond, più rischiosi dell’Ucraina

30 Marzo 2018 15:06

Si chiude una settimana horribilis per Tesla, la compagnia di auto elettriche di Elon Musk: azioni e bond sono finiti sotto attacco dopo la notizia dell’incidente mortale che ha coinvolto il crossover Model X, avvenuto lo scorso venerdì in California, in cui ha perso la vita il conducente. La decisione del National Transportation Safety Board di inviare due investigatori per far luce sull’accaduto ha dato il via alle vendite.

In un tweet, la Commissione di sicurezza ha sottolineato come non fosse chiaro se il “sistema di controllo automatico fosse stato attivo al momento dell’incidente”.

Gli smobilizzi che hanno travolto le quotazioni sono stati accentuati dall’avversione al rischio degli investitori, manifestata soprattutto nei confronti del settore tecnologico, dopo lo scandalo Facebook. In poche ore è stato il mondo stesso dei social ad attaccare i titani del web, con hashtag come #DeleteFacebook e #DeleteNetflix che sono balzati in testa alla classifica dei temi più popolari. (Nel caso di #DeleteNetflix, lo scandalo è scoppiato in particolare in Brasile).

Per Tesla, una nuova ennesima notizia negativa è arrivata nella giornata di ieri, con l’annuncio relativo al richiamo di 123.000 auto Model S, a causa di un problema al servosterzo. Il problema riguarda i veicoli prodotti prima dell’aprile del 2016. La società di Elon Musk ha tenuto a precisare che il richiamo non interessa le auto Model X e Model 3.

Il titolo del gruppo di auto elettriche ha reagito alla notizia perdendo quasi -4% nelle contrattazioni afterhours della vigilia.

In una email ai clienti, la società ha spiegato di aver rilevato la presenza di una “corrosione eccessiva” nei bulloni che fissano il motore del servosterzo.

Tale problema, si legge nel comunicato, “rende innanzitutto più difficile la guida del veicolo a basse velocità e dunque anche il parcheggio parallelo, ma non incide significativamente sul controllo ad alta velocità, dove è necessaria solo un po’ di forza”.

Tesla ha aggiunto che situazioni problematiche sono state individuate soltanto a fronte di “temperature molto fredde”, dove viene utilizzato il sale per evitare che lungo le strade si formi del ghiaccio.

Nella nota si legge che “non ci sono stati casi di ferimenti e di incidenti a causa di questo problema, nonostante l’accumulazione di più di un miliardo di miglia guidate”.

Il produttore ha intenzione inoltre di richiamare tutti i Modelli S anche in quelle aree geografiche in cui il clima è più mite rispetto alle condizioni meteorologiche considerate potenzialmente pericolose: questo, “per considerare la possibilità che il veicolo possa essere utilizzato in futuro in un contesto altamente corrosivo”.

E comunque, se anche i bulloni dovessero rovinarsi del tutto, “il conducente riuscirà ancora a sterzare. Tuttavia, sarà necessario imprimere una maggiore forza, a causa della riduzione dell’aiuto del motore”. 

AZIONI TESLA, MESE PEGGIORE IN SETTE ANNI

Prima che le vendite tornassero a colpire il titolo nelle contrattazioni dell’afterhours, Tesla aveva chiuso la sessione di ieri in rialzo del 3,24%.

L’esito della settimana è tuttavia negativo a livello record, con una perdita settimanale del 12%, la peggiore dallo scorso luglio. Nel mese di marzo, il titolo Tesla ha perso inoltre il 22%: è il tonfo mensile più forte in sette anni, ovvero dal dicembre del 2010.

Negli ultimi 12 mesi, il titolo risulta in calo del 4%, rispetto al +12% dello S&P 500 e al +17% dell’indice Dow Jones.

IN PICCHIATA ANCHE I BOND TESLA

Dopo il downgrade di Moody’s, motivato con le preoccupazioni sulla produzione dei veicoli Model 3 e sulla stessa liquidità del colosso, i bond Tesla sono stati venduti a man bassa, fattore che si è tradotto in un balzo dei tassi al di sopra del 7%, a livelli simili a quelli dei bond dell’Ucraina.

Tesla fa parte dell’indice Nyse FANG, che comprende in tutto dieci società: Facebook, Amazon, Netflix, Alphabet (holding a cui fa capo Google), Apple, Alibaba, Baidu, Nvidia, Tesla e Twitter.