Notiziario Notizie Italia Ocse taglia outlook Pil globale a minimo da crisi finanziaria. Italia da crescita zero, il messaggio al governo M5S-PD

Ocse taglia outlook Pil globale a minimo da crisi finanziaria. Italia da crescita zero, il messaggio al governo M5S-PD

19 Settembre 2019 12:35

Tutta colpa, ancora una volta, delle conseguenze della guerra commerciale e delle incertezze politiche: l’Ocse pubblica il suo Interim Economic Outlook, outlook a interim con cui aggiorna solo parzialmente le previsioni ufficiali snocciolate l’ultima volta, lo scorso maggio. E le indicazioni che emergono sono preoccupanti sia per il mondo, sia per il caso specifico di alcune economie, come quella italiana.

L’Ocse ha ribadito che la crescita del Pil italiano sarà, di fatto, uguale a zero nel 2019. Per il 2020, l’outlook è stato tagliato a +0,4%.

Il downgrade non ha certo colpito solo l’Italia. Ma appare evidente, dalla tabella stilata dalla stessa organizzazione parigina, che la crescita dell’Italia rimane, nel migliore dei casi, da zero virgola. Pur la malandata Germania, per cui gli stessi economisti tedeschi prevedono una recessione tecnica – con una contrazione del Pil nel secondo (già ufficializzata) e nel terzo trimestre (in attesa) – fa sicuramente meglio.

Di qui, un consiglio-monito al nuovo governo M5S-PD è arrivato da Laurence Boone, responsabile economista dell’Ocse, nel corso della conferenza stampa indetta per presentare l’Outlook.

“Nel nostro outlook il nostro primo messaggio è di contenere le incertezze, mentre va avviato un dialogo con l’Unione europea per trovare la migliore soluzione per l’Italia”, ha detto.

Guardando al mondo intero, l’Ocse ha rivisto le stime sul Pil globale del 2019 da +3,2% a +2,9%, al tasso di crescita più basso dalla crisi finanziaria. Sforbiciato anche l’outlook per il 2020, che passa da +3,4% a +3%.

“L’economia globale è diventata ancora più fragile e incerta, con la crescita che rallenta il passo e l’accumularsi dei rischi al ribasso -, si legge nel report dell’Ocse – Le prospettive si stanno indebolendo sia per le economie dei paesi avanzati che per quelle emergenti, e la crescita globale potrebbe rimanere intrappolata a livelli bassi in modo persistente, senza una politica di bilancio solida da parte dei governi”.

L’escalation dei conflitti commerciali sta avendo un bilancio pesante sulla fiducia e sugli investimenti, contribuendo all’incertezza politica, aggravando i rischi presenti nei mercati finanziari e mettendo a rischio prospettive di crescita già deboli in tuto il mondo. L’Ocse prevede che l’economia globale crescerà del 2,9% nel 2019 e del 3% nel 2020, ai tassi di crescita più bassi dalla crisi finanziaria, e a fronte di rischi al ribasso che continuano ad aumentare”.

Riguardo alle aeree geografie colpite dai downgrade si segnala l’Eurozona, il cui outlook sul Pil previsto per il 2019 è stato tagliato da +1,2% a +1,1%. Tagliate anche le stime per il 2020, che passano a +1% contro +1,4% precedente.

L’Ocse ha rivisto al ribasso anche l’outlook sul Pil Usa relativo al 2019 dal +2,8% precedentemente atteso a +2,4%, sforbiciando anche le attese per il 2020, da +2,3% a +2%.

I downgrade hanno interessato inoltre la Cina, il cui Pil per il 2019 è atteso ora in rialzo del 6,1%, rispetto al +6,2% di espansione prevista. Per il 2020 si prevede, invece, un ulteriore rallentamento dell’economia cinese, con una crescita al tasso del 5,7%, contro il +6% dell’outlook precedente.

Upgrade invece per il Giappone, la cui economia è attesa crescere, nel 2019, dell’1%, più del +0,7% stimato in precedenza, e del +0,6% nel 2020 (previsione invariata). 

Taglio delle stime, invece, per il Regno Unito, con il Pil atteso ora in rialzo dell’1%, meno del +1,2% previsto in precedenza, e dello 0,9% nel 2020 (contro il +1% della stima precedente).

Nel suo Interim Economic Outlook, l’Ocse ha precisato che l’outlook interessa tutte le economie del G20, includendo revisioni al ribasso per le proiezioni del precedente Economic Outlook del maggio del 2019 per quasi tutte le economie, in particolare per quelle che sono più esposte alla contrazione del commercio globale e agli investimenti, che ha preso piede quest’anno.